Economia

Alert, lettere e controlli: il piano di ferro del Fisco

Tutto pronto per una stretta sui contribuenti italiani: si punta ad incrementare il numero degli alert del 40% entro il 2024

Alert, lettere e controlli: il piano di ferro del Fisco

Perfezionare i sistemi informatici di rilevamento ed intensificare le verifiche per scovare gli evasori, questo, in sostanza, il piano tracciato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. L'obiettivo è quello di ridurre il cosiddetto "tax gap" del 5% rispetto al 2019: si tratterebbe all'incirca di 4 miliardi di euro, che potrebbero salire almeno fino a 12 con la prevista riduzione a regime del 15% del tax gap nel 2024

In nome del Pnrr, quindi, il Fisco prepara un'ulteriore stretta sui contribienti, con controlli sempre più capillari. Nella lettera inviata al ministro dell'economia Daniele Franco, il sottosegretario traccia chiaramente la via da seguire. Un percorso che dovrebbe realizzarsi secondo due linee direttrici.

La prima è il potenziamento della "compliance", vale a dire dell'adempimento più o meno spontaneo dei contribuenti, invitati a chiarire eventuali posizioni di incongruenza tra quanto dichiarato e quanto versato concretamente al fisco. La seconda quello di implementare i sistemi di selezione e individuazione dei soggetti da sottoporre a verifica.

Per quanto riguarda il primo punto, un traguardo iniziale, come sottolinea ilSole 24 Ore, è già stato fissato a fine 2022: Garofoli annuncia l'aumento del 20% degli alert da inviare ai contribuenti e del 15% del gettito. Entrambe le maggiorazioni sono da riferire a quanto rilevato nel 2019 e, quantomeno nelle intenzioni del sottosegretario, ciò dovrebbe tradursi in 2,6 milioni di nuove lettere e 2,5 miliardi di reupero. La speranza, invece, è quella di ridurre il margine di errore, ancora decisamente alto, andando ad inviare comunicazioni a contribuenti per cui siano rilevabili reali condizioni di anomalia.

Secondo traguardo fissato a fine 2024, con un ulteriore incremento delle lettere da inviare (+ 40% rispetto al 2019) e del gettito (+ 30%), ovvero 3 milioni di avvisi in più e 2,8 miliardi di euro di gettito. Quindi in parole povere una stretta decisamente significativa.

Per quanto riguarda, invece, il secondo punto del piano studiato con meticolosità chirurgica da Garofali, lo scopo è quello di mettere a punto la pseudoanonimizzazione dei dati, inserita anche nella legge di Bilancio 2020. Sfruttando i ricchi database dell'amministrazione dovrebbe essere possibile realizzare dei modelli di rischio evasione tramite dati preventivamente anonimizzati, o per lo meno questo è quanto dichiarato, per poi procedere ai controlli nei confronti dei contribuenti ritenuti "più pericolosi".

In effetti ci si muoverà al limite coi paletti della privacy, tanto che sarà d'obbligo raggiungere un compromesso col Garante prima di dare il via libera allo sviluppo dei sistemi informatici di indagine.

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