Economia

Serve un piano per la crescita

L'Italia, in fatto di incertezza economico-finanziaria, primeggia

Serve un piano per la crescita

In economia l'incertezza fa male, aiuta solo la speculazione. E l'Italia, in fatto di incertezza economico-finanziaria, primeggia. Musica per le orecchie degli speculatori. Loro sono le api, il nostro Paese il miele. Vi planeranno sopra che è un piacere. Specie con il progressivo rallentamento del Quantitative easing, cioè della politica monetaria facile; già adesso l'acquisto della Bce di nostri titoli di Stato sul mercato scenderà del 50%. La situazione preoccupa: il debito pubblico non rallenta e il nostro sistema bancario ne patisce; non dimentichiamo che i nostri istituti di credito dispongono in quantità assai ingenti di titoli di Stato nostrani. Due facce della stessa medaglia; che, in prospettiva (poi non così lontana), potrebbero tradursi in una vera e propria bomba ad orologeria. E a far precipitare di nuovo l'Italia in emergenza economica e finanziaria.

Il fatto che l'Europa abbia sì presentato il conto ma rimandato qualsiasi intervento operativo a dopo le elezioni non è una buona notizia. Forse solo per il governo che così potrà fare una campagna elettorale vantando meriti irreali; leggi l'immancabile e fastidioso ottimismo del ministro burocrate Padoan che, a proposito delle preoccupazioni dell'Ue, pensa di cavarsela definendole, ogni volta, divergenze che si basano su calcoli diversi della crescita. La verità è un'altra. Ciò significa che di qui alle elezioni le api speculative non rimarranno in attesa, inizieranno a pungere e saranno dolori. Allora? Chi ha una visione liberale dell'economia investa su un piano concreto per la crescita. È dalla crescita che può venire un oggettivo ridimensionamento del rapporto fra debito e Pil (oggi è al 133%, la media dell'eurozona è al 94%, in Germania addirittura al 71%). Parimenti, accelerando su una riduzione significativa del carico fiscale; liberalizzando e attuando privatizzazioni. Finalmente vere!

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