Economia

Settimana rovente per Alitalia e Ilva

La compagnia avvia il confronto sul piano. Oggi vertice al ministero su Taranto

Settimana rovente per Alitalia e Ilva

Alitalia e Ilva. Due partite decisive che si giocheranno nei prossimi giorni che coinvolgono in prima linea anche il governo. Alla prima servono tra gli 800 milioni e gli 1,2 miliardi per tornare all'utile ed evitare l'intervento statale. Chi i commissari li ha già in casa, ovvero l'Ilva, deve sciogliere il nodo sul futuro di 5mila lavoratori in vista della nuova scadenza per la presentazione delle offerte di acquisto del gruppo fissata per il 3 marzo.

Il fronte più caldo è quello di Alitalia che va incontro a giorni cruciali dopo avere incassato venerdì sera l'accordo con i sindacati sulla proroga del contratto fino al 31 maggio e sul blocco degli scatti di anzianità fino al rinnovo del contratto collettivo nazionale. Il piano industriale, come ribadito dall'ad Cramer Ball a metà febbraio, è atteso entro fine mese: i primi giorni della settimana saranno quindi dedicati alla condivisione tra i soci - soprattutto quelli bancari, Intesa e Unicredit - di tutti i punti prima dell'ufficializzazione, mentre non è ancora stata convocata una riunione del cda. Viste le forti perdite appaiono necessarie nuove linee di credito dalle banche che in cambio però chiedono garanzie sul taglio dei costi. Secondo gli advisor Roland Berger e Kpmg, le spese da abbattere ammonterebbero a 160 mila euro (escluso il capitolo personale) anche se a regime la cifra dovrebbe essere decisamente più alta. Sul fronte industriale, la compagnia punta a rinegoziare la joint venture transatlantica, che regola rapporti tra Usa, Italia, Canada e Messico. La strategia dovrebbe prevedere anche due modelli di business, uno per il lungo raggio ed uno con una formula ibrida sul breve e medio raggio, per essere competitivi con le low cost, e un aumento dei ricavi di tutto il capitolo delle vendite a bordo che per Alitalia sono intorno ai 6 euro a passeggero e che l'azienda vuole raddoppiare. Senza liquidità e senza un accordo sul piano di rilancio, la società potrebbe finire in amministrazione controllata. Copione già visto nel 2008.

Il tempo stringe anche per risolvere il nodo dell'Ilva. Questa mattina si terrà un nuovo incontro al Ministero dello sviluppo economico fra il viceministro Teresa Bellanova, i sindacati e i dirigenti del gruppo finito in Amministrazione Straordinaria. L'obiettivo è trovare un'intesa sulla cassa integrazione straordinaria per lo stabilimento siderurgico di Taranto. Le parti restano ancora distanti più che sul tipo di ammortizzatore sociale prescelto, sui numeri del provvedimento. L'azienda ha chiesto di mettere in esubero temporaneo 4.984 lavoratori, pari quindi a quasi la metà degli effettivi a Taranto che sono circa 11.000.

All'orizzonte della trattativa sindacale ci sono le presentazioni delle offerte per rilevare gli asset dell'Ilva. In pista ci sono due cordate: quella fra ArceloMittal e Marcegaglia, da un lato; Jindal, Cdp, Delfin, e Arvedi dall'altro. Le offerte sono attese per il 3 marzo, lo stesso giorno in cui scadranno i contratti di solidarietà, rinnovati un anno fa per circa 3.

000 dipendenti.

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