Economia

Si riaccende la sfida fra Mediobanca e la "Santa alleanza" Bazoli-Guzzetti

Quando la finanza cattolica si oppose a Unicredit-Capitalia

Si riaccende la sfida fra Mediobanca e la "Santa alleanza" Bazoli-Guzzetti

Le lancette sembrano tornare indietro agli scontri che hanno animato la stagione finanziaria 2005-2007 e che hanno visto Rcs, Mps e di riflesso anche Generali e Telecom al centro del campo. Sul Corriere la partita è stata chiusa con successo da Cairo grazie anche alla bussola di Intesa Sanpaolo. Sul Monte ha perso il mercato ma l'ingresso dello Stato nel capitale è solo temporaneo e la banca senese è in attesa di un cavaliere danaroso che la svegli dall'incubo. Intanto si riaccende la battaglia sul Leone di Trieste. E la storia si ripete con i big della cosiddetta finanza cattolica ancora protagonisti. Nel 2007 venne sancita la fusione fra Unicredit e Capitalia, regno di Cesare Geronzi diventato in seguito presidente di Mediobanca e infine delle Generali. Tra gli oppositori all'alleanza bancaria sull'asse Milano-Roma ci furono l'allora presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, e il patron di Cariplo e delle Fondazioni, Giuseppe Guzzetti secondo i quali l'operazione avrebbe determinato una pericolosa concentrazione di potere lungo la filiera che dal nuovo Unicredit passava a Mediobanca e arrivava alle Generali, al tempo azionista eccellente di Intesa. Insomma, una mossa ostile contro la finanza lombarda dello stesso Bazoli, che suggeriva invece di trasformare Mediobanca nella merchant bank di Unicredit. Va ricordato che Bazoli era un grande amico dell'ex presidente delle Generali (dal '99 al 2001), Alfonso Desiata, il quale nel 1990 si rifiutò di schierare il Leone contro il professore bresciano per traghettare forzosamente l'Ambroveneto nell'orbita di Mediobanca come avrebbe preteso Enrico Cuccia. Questo gli costò anni di «esilio» all'Alleanza, compagnia del ramo Vita delle Generali poi anche partner bancassicurativo di Intesa.

Oggi Bazoli è ancora presidente emerito della Intesa capitanata da Carlo Messina, Guzzetti è sempre «in cabina di regìa» dello scacchiere bancario anche attraverso il fondo Atlante controllato dalla sgr Quaestio di cui è azionista. Al vertice di Allianz in Italia c'è un altro alfiere della finanza cattolica: Carlo Salvatori, presidente anche di Lazard Italia, ex presidente di Unicredit e del gruppo Unipol con un passato anche in Ambroveneto, Bnl, e Intesa che dal settembre 2014 al maggio 2016 si è seduto - unico italiano - nel cda laico dello Ior, la banca vaticana.

Il progetto del tandem Bazoli-Guzzetti verrà rispolverato coinvolgendo anche le Generali? Gli occhi ora sono puntati sulle mosse di un banchiere francese, Jean Pierre Mustier, che lo scorso 18 gennaio ha compiuto 56 anni e che sta guidando il rilancio di Unicredit con un maxi aumento di capitale da 13 miliardi. In una recente intervista, Mustier ha detto che considera la Mediobanca guidata da Aberto Nagel (di cui Unicredit è primo azionista con l'8,6%) «un po' la nostra quindicesima banca».

Quindi «come le altre deve creare valore».

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