Société Générale al 4,2% di Generali Dalla Francia altro segnale di attacco

Marcello Zacché

Con il 4,17% la banca francese Société Générale salta fuori come il secondo azionista delle Generali. La comunicazione è di ieri. E fa un certo clamore perché arriva nel pieno del sotterraneo avvicinamento dei capitali transalpini ai presidi economici e finanziari italiani. La partecipazione è il frutto del nuovo metodo comunitario adottato per quantificare le posizioni rilevanti nel capitale delle società quotate, calcolando anche quelle derivate o a termine. Così la composizione è del 4,17% è per lo 0,9% con i diritti di voto, per l'1,56% è una «partecipazione potenziale» e per l'1,71% in posizioni «lunghe» con regolamento fisico o in contanti. La posizione comunicata ieri è in diminuzione rispetto a un'altra recente che ammontava al 5,8 per cento.

In ogni caso è il nome dell'acquirente che fa clamore: Socgen è la prima banca francese, indicata dalle cronache finanziarie come una delle protagoniste dell'assalto a Vivendi (di cui ha il 3%) di Vincent Bollorè, secondo socio di Mediobanca con l'8%; ed è anche la ex banca di Jean Pierre Mustier, neo ad di Unicredit, primo socio di Mediobanca con l'8,7%.

Quella Mediobanca che a sua volta è il primo socio di Generali. In altri termini l'operazione sembra un tassello del fitto mosaico parigino intorno alla società triestina che si completa ricordando che fa parte di gruppo anche il nuovo ad del Leone, Philippe Donnet, amico di Mustier e di Bolloré (sedeva anche nel cda della stessa Vivendi).

Si tratta di suggestioni, certo. Ma un segnale come questo sembra fatto apposta per amplificarle perché non può essere casuale. Senza poi dimenticare che il prezzo del titolo Generali è particolarmente conveniente per chi voglia rastrellare azioni. Anche grazie a un report che il 17 agosto scorso aveva anticipato l'uscita del titolo dall'indice europeo Eurostoxx50. Un report scritto da una grande banca francese.