Economia

S&P: «Grecia a 12 mesi dal default»

L'agenzia Usa taglia il rating. Ma Merkel tende la mano: sì agli aiuti in cambio di una delle riforme chieste. Borse: Milano +2,5%

La Cancelliera Angela Merkel tende una mano alla Grecia: l'adozione di una sola delle riforme economiche proposte dai creditori porterebbe allo sblocco della tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro. Ma in serata arriva la gelata di Standard & Poor's, che taglia il rating alla Grecia a «CCC» da «CCC+» ew, soprattutto, lancia l'allarme: «In assenza di un accordo con i creditori - dice l'agenzia di rating Usa - la Grecia probabilmente farà default sul debito commerciale in 12 mesi». Il tutto al termine di una giornata tutto sommato positiva, dopo che l'iniziativa di Merkel aveva dato una scossa ai mercati. Dove si cavalca l'ipotesi che un'intesa non sia poi così lontana, nonostante Atene sia ormai ai ferri corti con la Commissione europea, che ha bocciato l'ultimo piano ellenico di risanamento.

La consistenza dei rialzi nelle Borse (+2,5% a Milano e Francoforte, +1,7% Parigi; unica nota stonata il -1% di Atene) lascia intuire che gli investitori danno forte credito all'indiscrezione (smentita da un portavoce del governo di Berlino, secondo cui la Germania «accetterà solo un'intesa approvata dalle tre istituzioni») di una Merkel decisamente più morbida nelle pretese. E un motivo c'è: sempre ieri, sono tornati a circolare i rumor relativi ai contrasti tra la leader tedesca e il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, noto per le proprie posizioni intransigenti. Con margini di tempo sempre più stretti per trovare una soluzione di compromesso (alcuni osservatori indicano il 20 giugno come la data limite, cioè 10 giorni prima della scadenza del programma di assistenza), il cambio di passo della Merkel indicherebbe la volontà di chiudere in fretta la partita anche a costo di larghe concessioni al governo guidato da Alexis Tsipras. Una volontà tutta politica, quasi insensibile alle ragioni economiche di quella parte del governo - di cui Schaeuble è il principale rappresentante - che preme ancora per un pacchetto di misure forti comprendenti un rialzo delle tasse, privatizzazioni e tagli alle pensioni.

Non proprio ciò che è contenuto nell'ultima proposta di riforma presentata dai greci, bollata da Bruxelles come «una vaga rimasticatura» del piano di accordo della scorsa settimana. Per fare cassa, Atene punta all'aumento del contributo sanitario trattenuto ai pensionati sull'assegno mensile che passerebbe dal 4 al 6% e sull'introduzione di tre aliquote Iva innalzate al 7, 12 e 23%. Sul surplus primario ci sarebbe la disponibilità ad avvicinarsi all'obiettivo dell'1% chiesto dai creditori. «Sul target di avanzo primario dell'1% sono in corso discussioni con i creditori, il numero non è blindato», hanno detto fonti greche. In cambio, però, Tsipras vuole una soluzione sul finanziamento del debito, in cui rientra la richiesta di usare il fondo salva-Stati Esm per ripagare i 6,7 miliardi di bond in mano alla Bce in scadenza a luglio e ad agosto. Di sicuro, la Bce non sta facendo mancare il proprio sostegno alle banche elleniche, beneficiate ieri da un ulteriore aumento di 2,3 miliardi dei fondi di emergenza Ela con cui è salita a 83 miliardi la cifra complessivamente erogata. Un altro chiaro segnale, secondo i mercati, che un'intesa è ancora possibile.

Del resto, la bocciatura dell'ultimo piano non ha spezzato il filo del dialogo. A margine del vertice Ue-America Latina, Tsipras ha visto ieri il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in un incontro definito «amichevole» che verrà bissato oggi. Nella tarda serata il premier ellenico è stato poi tra i protagonisti del mini-summit con la Merkel e il presidente francese, François Hollande.

Che ha indicato l'obiettivo: «Bisogna fare in fretta e chiudere».

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