Economia

Stefanel chiede un nuovo concordato

L'azienda è in rosso per 21 milioni. Male anche Ovs. Il caldo affonda i conti

Stefanel chiede un nuovo concordato

I conti della trimestrale di Ovs piangono a causa del caldo fuori stagione. Ma chi sta peggio è Stefanel: ieri il cda del gruppo trevigiano ha dato il via libera per depositare entro oggi la domanda di ammissione al concordato preventivo «in bianco» o con «riserva». Ed è la seconda volta in due anni: il film è lo stesso del novembre del 2016. Il titolo, sospeso ieri in Piazza Affari in attesa di comunicazioni, ha poi chiuso la seduta in calo del 7,7%.

Nel settembre del 2017 erano entrati come nuovi azionisti, al 71%, i fondi di private equity Oxy e Attestor. Il loro piano prevedeva tagli e un riposizionamento del marchio dal segmento del lusso, a quello di un prodotto di qualità, ma più abbordabile. Ma è slittato a causa dell'andamento fiacco del mercato. I conti approvati al 30 settembre evidenziano un rosso da 20,9 milioni. A fronte di un patrimonio netto di 7,5 milioni. Da qui la decisione del cda di ricorrere al concordato. Approvate anche le linee guida per il nuovo piano di riorganizzazione. Nel nuovo corso aziendale, si cercherà di vendere più capi online piuttosto che nei negozi. E si pensa di cedere in licenza l'utilizzo del marchio Stefanel sul mercato asiatico: Mediobanca si occuperà di cercare soggetti interessai. Inoltre, si conta di monetizzare attraverso la cessione di punti vendita. Il gruppo farà domanda per accedere agli ammortizzatori sociali, taglierà costi, chiuderà i negozi - in Italia e all'estero - meno profittevoli, troppo grandi o situati in location ritenute non adeguate. E ridisegnerà la sua collezione, già a partire dalla stagione autunno inverno 2019 con l'aiuto della società Brave New World. Il prossimo 15 gennaio, si terrà l'assemblea straordinaria per abbattere il capitale per perdite e ricostituirlo. In sede ordinaria, invece, l'assemblea dei soci dovrà darsi un nuovo amministratore delegato, dopo le dimissioni di Cristiano Portas dello scorso luglio.

Non sta passando un gran momento anche un altro marchio veneto dell'abbigliamento, Ovs. Ieri il titolo in Borsa è precipitato, perdendo il 36% in un'unica seduta. I conti sono peggiori delle attese nell'ultimo trimestre: il margine operativo lordo è calato del 58% dall'anno scorso. C'entrano l'aumento delle attività promozionali ad agosto, i ricavi molto deboli a settembre e nel mese di ottobre, contraddistinti da un caldo fuori stagione. Solo la settimana del Black Friday ha dato un po' di fiato a novembre. Sui conti ha inciso l'epilogo infelice dell'avventura in Svizzera: Ovs aveva acquisito nel 2016, attraverso la società Sempione Fashion, 140 negozi di Charles Vögele. Ma il marchio Ovs non ha attecchito, fino al fallimento di Sempione Fashion ad agosto.

L'ad, Stefano Beraldo, ha assicurato che il mercato si normalizzerà e che non ci sarà un aumento di capitale.

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