Economia

«Subito le riforme o il contagio sarà inevitabile»

«Dopo l'ennesimo fallimento dei negoziati, le probabilità di un default della Grecia sono molto elevate, attorno al 50%. Una percentuale destinata a salire in caso di fumata nera anche all'Eurogruppo di giovedì», spiega Vincenzo Longo, market strategist di Ig ed esperto di gestione del rischio.

Borse in caduta, spread Btp-Bund a 160 punti: siamo solo all'inizio di una fase drammatica?

«Le distanze tra le parti sono difficilmente colmabili: pensioni, Iva e surplus sono nodi troppo intricati. Se Atene dichiara bancarotta è lecito aspettarsi una fiammata dello spread fino a 300 punti. E Piazza Affari, scesa del 9% circa rispetto ai picchi massimi, potrebbe perdere un altro 10%. Un consiglio: se la Borsa perde il 4% in un giorno, non è automatico un rimbalzo il giorno dopo. Chi compra con questa logica, può sommare perdite a perdite».

Allora un effetto-contagio va messo in conto?

«Non farlo sarebbe miope. Rispetto al passato, le misure messe in campo dalla Bce dovrebbero permettere di limitare i danni. Ma non essendoci precedenti, è impossibile valutare con certezza gli effetti dell'eventuale default o del Grexit».

Non c'è il rischio di un surriscaldamento dei differenziali di rendimento, come all'apice della crisi del debito sovrano?

«L'innesco per riportare lo spread a 4-500 punti potrebbero essere le elezioni in Spagna e Portogallo, in caso di successo delle formazioni anti-austerity o anti-euro. A quel punto, Paesi con elevato indebitamento finirebbero nel mirino dei mercati».

Quindi anche l'Italia. Quali contromosse può adottare il nostro Paese?

«Continuare le riforme è fondamentale per il contenimento del debito. Poi vanno adottati quegli strumenti, come per esempio la bad bank, strategici per ricevere maggiori benefici dal quantitative easing».

A proposito di banche: la situazione greca può impattare sul processo di consolidamento tra popolari?

«Sì, lo può rallentare: prezzare queste operazioni in un contesto così incerto è tutt'altro che semplice».

Il petrolio resta una variabile con un forte potere di condizionamento?

«Se il barile torna sopra gli 80 dollari stravolge i piani di Draghi, impatta sull'euro e riporta in alto i rendimenti dei bond».

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