Economia

Per un Sud non assistenzialista

La ministra Mara Carfagna, nel corso del forum "Verso il Sud" a Sorrento, ha dichiarato che sta nascendo un nuovo Mezzogiorno

Per un Sud non assistenzialista

La ministra Mara Carfagna, nel corso del forum «Verso il Sud» a Sorrento, ha dichiarato che sta nascendo un nuovo Mezzogiorno. L'auspicio è che abbia ragione. Troppe volte la politica ha speso annunci di questo tipo a cui non sono mai seguiti i fatti. L'assenza di una vera coesione, di una vera progettualità, di una vera visione unitaria ha impedito la crescita del sistema Paese nel suo complesso.

Il premier Draghi, anche lui intervenuto alla kermesse, ha dichiarato che è giunto il tempo di superare atavici pregiudizi nei confronti del nostro Meridione. Siamo ovviamente d'accordo. Tuttavia, occorrerebbe riconoscere il fatto, che non hanno aiutato l'assunzione di una responsabilità collettiva politiche dettate da assistenzialismo secondo una logica statalista. Il reddito di cittadinanza è l'ultima eclatante iniziativa attuata per ragioni discutibili e che altro non ha prodotto che aumento del debito pubblico e non ha creato lavoro. Il Sud non ha bisogno di aiuti generici che si traducono in risposte inappropriate all'urgenza di sostenere lo sviluppo.

Oggi l'occasione è propizia per intervenire alla radice e così assicurare il rilancio di quei territori e di quel mare così centrali per il protagonismo dell'economia italiana nel prevedibile riassetto internazionale dovuto alla guerra in corso. Pensiamo solo alla geopolitica energetica con l'avanzare indispensabile di una strategia collaborativa con i Paesi dell'Africa, in modo particolare quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Affinché vada in porto (ovviamente anche i porti rientrano nella partita) il piano di rilancio necessita per un verso di un'alleanza tra i soggetti vivi e propositivi (pubblico e privato); e per l'altro dell'abbandono di logiche improntate al vittimismo e, peggio, all'accettazione di pervasive influenze clientelari. Cioè, prima di tutto, urge un cambio di mentalità che chiuda definitivamente le porte alle cattive pratiche stataliste.

All'insegna di una cultura che investa sulla responsabilità della persona e sulla libera intrapresa.

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