Economia

Svolta Erg: punta a diventare l'«Eni del vento»

La società pronta a entrare nel mercato dell'elettricità con un'offerta «green»

Sofia Fraschini

Erg si candida ad entrare nelle case degli italiani. Dopo la rivoluzione che l'ha trasformata da oil company a green player, la famiglia Garrone - che in questi giorni incassa il maxi dividendo annuale da 1 euro - annuncia l'intenzione di entrare nel mercato libero dell'energia. L'appuntamento è per il 2018 quando, oltre 20 milioni di famiglie, che finora non lo hanno fatto, dovranno scegliere il proprio fornitore elettrico. I consumatori dovranno lasciare la mano dell'Autorità e quella dell'Acquirente Unico e districarsi tra una serie di offerte per sottoscrivere un nuovo contratto di fornitura sul mercato libero dove si contendono già i clienti Eni, Enel, Edison e le piccoli e grandi multiutility del territorio. «Dobbiamo costruire da zero la nostra offerta che sarà verde e digitale»-ha detto l'ad di Erg Luca Bettonte presentando la centrale idroelettrica di Galleto (Terni), rilevata a fine anno da E.On. Un sistema complesso di gestione delle acque che permette a Erg di dire la sua in tre settori del mondo green: quello idroelettrico (19% del business) termoelettrico (18%) ed eolico (63%) per un totale di 2700 Mw installati, di cui 1700 solo nell'eolico.«Siamo l'Eni del vento»- ha chiosato il presidente Edoardo Garrone raccontando come proprio il settore eolico sia stato il motore principe del cambiamento aziendale nella transizione dal petrolio all'energia verde.

Erg punta a crescere nel business del vento, dove oggi è il primo operatore per capacità installata, ma si sta scontrando con l'immobilismo del governo in merito al futuro utilizzo di diversi parchi «anziani» (2000 Mw hanno oltre 10 anni) e che l'attuale normativa obbliga allo smantellamento. «Chiediamo al governo, insieme agli altri operatori, che si possa attivare come all'estero un piano di repowering dei siti in modo da mettere in atto l'avanzamento tecnologico maturato in questi anni, ridurre le emissioni e avviare investimenti industriali utili all'economia (8 miliardi potenziali) senza perdere quanto costruito fin qui». In attesa di una normativa ad hoc, il gruppo prosegue nel suo doppio sviluppo, tecnologico e di diversificazione geografica, espandendosi anche all'estero.

«Guardiamo a Germania, Francia e Irlanda del Nord come mercati di riferimento»- ha spiegato l'ad. Che ha ricordato l'obiettivo di piano a 450 milioni di ebitda per 1,9 miliardi di investimenti (al 2018) e spiegando che in futuro la società potrebbe essere aperta ad alleanze finanziarie, ma non industriali, e che la famiglia Garrone manterrà sempre la maggioranza anche se l'attuale quota del 63% non è «scolpita nella pietra».

Quanto alle pompe di benzina TotalErg non rientra più nel core business ed è quindi possibile la vendita del 51% della società.

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