Economia

Tari, Tarsu, Imu, Tares o Trise? Unica certezza per gli italiani: gli aumenti record delle tariffe

Le tasse sui servizi continuano a cambiare, nel nome e nel calcolo dell’imposizione. Il risultato è un’inevitabile confusione. Unico comune multiplo: la stangata

Tari, Tarsu, Imu, Tares o Trise? Unica certezza per gli italiani: gli aumenti record delle tariffe

Una stangata dietro l'altra, un salasso dietro l'altro. E i risparmi degli italiani si fanno sempre più esigui. A preoccupare sono anche le tariffe di luce, acqua e trasporti che, soprattutto quelle a controllo locale, continuano a correre all'impazzata. Con un aumento record per l’acqua (+41,3%) e l’energia (+23,5%). Secondo uno studio portato avanti dall’ufficio economico della Confesercenti, tra il 2011 e l’estate 2013, "a fronte di un aumento dell’11,4% delle tariffe nazionali, quelle locali sono cresciute del 28,5%, trainate dall’aumento record dell’acqua potabile (+41,3%), dei trasporti (urbani +26,2% ed extraurbani +24,7%) e dei rifiuti solidi (+25,2%). E un forte incremento c’è stato anche per le tariffe energetiche (+23,5%)". Aumenti a due cifre che stanno mettendo in ginocchio gli italiani.

L'inflazione tariffaria rischia seriamente di vanificare gli effetti benefici di un’inflazione generale che, rallentando, ha portato un po' di respiro al potere d’acquisto delle famiglie e, quindi, a una timidissima possibilità di ripresa dei consumi. Anche perchè il futuro non è roseo. Secondo la Confesercenti, l’arrivo della Tares a fine anno causerà un aggravio fiscale aggiuntivo di oltre mille euro rispetto al 2012 per ristoranti e alberghi. La Trise poi, che scatterà dal 2014, "presenta ancora grandi elementi di confusione e si configura come un’incognita per famiglie, imprese e per gli stessi Comuni". La Tares, spiega la Confesercenti, comporta un generale aggravio di spesa per tutte le imprese e per le famiglie: "È stabilita la copertura integrale dei costi di esercizio e investimento, elemento non previsto nel regime Tarsu e la maggiorazione per i servizi indivisibili (polizia municipale, illuminazione pubblica e verde pubblico). L’impatto del nuovo tributo sarà strettamente correlato alla tipologia di utenza". In generale, le categorie che avranno aumenti più consistenti sono gli esercizi di ristorazione e le vendite al dettaglio di generi ortofrutticoli freschi, con aumenti rispettivamente del 45% e del 66%. L'ufficio economico della Confesercenti stima, infatti, che un albergo dovrà "far fronte a un ulteriore aggravio di spesa per rifiuti e servizi indivisibili di mille euro l’anno, un parrucchiere di 80 euro l’anno, un ristorante di oltre 1.100 euro e un negozio di ortofrutta di quasi 800 euro".

La Trise potrebbe trasformarsi in un’ulteriore batosta per tutti, famiglie e imprese. Per le prime, stando ai calcoli della Confesercenti, è presente una "clausola di salvaguardia" che, in teoria, dovrebbe impedire che la nuova tassa sia superiore al prelievo Imu, ma che comunque non bloccherà gli aumenti rispetto al 2013 dovuti al cambiamento di calcolo dell’imposizione. Per gli immobili a uso produttivo e per le seconde case, invece, non è ancora chiaro se ci sarà una tale clausola, né come potrebbe operare. "Ancora non è chiaro - si legge nello studio - se gli immobili aziendali dovranno pagare la Trise per intero, inclusa la parte sui servizi. Se così fosse significherebbe di fatto l’aumento dell’Imu, ancora vigente per gli immobili a uso produttivo. Sembra si stia provvedendo, in questo senso, alla deduzione del 20-50% dell’Imu dai redditi d’impresa: questo - evidenzia la Confesercenti - non sarà sufficiente però ad ammortizzare completamente l’aggravio aggiuntivo di una tassa sui servizi più esosa, che si somma a un Imu prevalentemente all’aliquota massima (10,6%)".

Tia1, Tia2, Tari, Tarsu, Imu, Tares e infine Trise. Le tasse sui servizi continuano a cambiare, nel nome e nel calcolo dell’imposizione. Il risultato è un’inevitabile confusione, che spingerà quasi sicuramente gli enti locali, messi di fronte a nuove tasse dal gettito imprevedibile, ad alzare il tiro. La conseguenza per la Confesercenti è "una probabile stangata" che "non sarà di certo compensata dal piccolo e circoscritto taglio al cuneo fiscale introdotto dalla legge di stabilità, già annullato dall’improvvido aumento dell’aliquota Iva". "Apparentemente - aggiunge l’ufficio economico dei commercianti - l’intervento del governo non mette le mani nelle tasche degli italiani, ma il probabile ricorso alle clausole di salvaguardia contenute nel provvedimento (che scatteranno in assenza di coperture, come è purtroppo prevedibile) trasformerà la legge di stabilità nell’ennesimo salasso". "Non possiamo tacere inoltre - conclude la Confesercenti - la preoccupazione per quello che potrà avvenire sul piano fiscale e delle tariffe se nel 2014, come pare, si darà la possibilità ai Comuni di incrementare in modo sostanzioso il gettito su famiglie e imprese".

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