Economia

La Tasi sta per scadere. Ecco come si calcola e quanto costerà

Dalla modalità di pagamento alle scadenza passando per le aliquote dei capoluoghi

La Tasi sta per scadere. Ecco come si calcola e quanto costerà

Preparatevi alla Tasi. La scadenza della nuova tassa sulla casa, che serve a finanziare i servizi comunali, è alle porte. Nella maggior parte dei comuni bisognerà pagare il nuovo balzello entro il 16 ottobre. Per gli altri, cioè coloro che abitano nelle 659 amministrazioni municipali che non hanno deliberato le aliquote, l’appuntamento è rinviato al 16 dicembre.

I proprietari di appartamenti e coloro che stanno in affitto, oltre a pagare, dovranno attrezzarsi con i dati catastali dell’immobile in locazione in quanto non arriverà alcun bollettino precompilato. Inoltre il proprietario non sarà corresponsabile di mancati versamenti d’imposta del proprio affittuario. Gli importi potranno essere minimi e sotto i 12 euro non bisognerà pagare.

Come calcolare la Tasi?

La base imponibile è la stessa dell’Imu. Si parte dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Il consiglio è quello di rintracciare la delibera comunale per vedere aliquote ed eventuali esenzioni, quindi fare il calcolo con alcuni siti che su Internet facilitano di molto l’adempimento.

Quanto si paga?

Le aliquote Tasi deliberate dai capoluoghi di provincia per la prima casa vanno dal minimo di Trento (1 per mille per tutti) al 3,3 per mille generalizzato di Ancona. Ecco una tabella elaborata da Confedilizia con le aliquote dei capoluoghi, categoria per categoria (A1, A7, A8 e A9 sono le abitazioni signorili, le ville e i villini e i castelli). Nella maggior parte delle grandi città sono state applicate specifiche detrazioni.

Ancona* 3,3 per mille Aosta 1 per mille (escluso categoria catastale A1-A7-A8-A9) 1,5 per mille (categoria catastale A7) 2 per mille (categoria catastale A1-A8-A9)
Bari* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Bologna* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Cagliari* 2,8 per mille (fino a 1.

250 euro di rendita catastale non rivalutata) 3,3 per mille (da 1.251 euro di rendita catastale non rivalutata)
Campobasso 2,5 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Catanzaro 1,2 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Firenze* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Genova* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
L’Aquila 2 per mille
Milano* 2,5 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9) 0,8 per mille (categoria catastale A1-A8-A9)
Napoli* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Palermo* 2,89 per mille (categoria catastale A2-A3-A4-A5-A6-A7)
Perugia* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Potenza* 2,5 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Roma* 2,5 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9) 1 per mille (categoria catastale A1-A8-A9)
Torino* 3,3 per mille (escluso categoria catastale A1-A8-A9)
Trento* 1 per mille
Trieste* azzeramento imposta (rendita catastale fino a 300 euro) 2,5 per mille (rendita catastale compresa tra 300,01 e 600 euro) 3,3 per mille (rendita catastale da 600,01 euro) 2,1 per mille (categoria catastale A1-A8-A9)
Venezia* 2,9 per mille

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