Economia

Tassa di soggiorno trasparente

Tassa di soggiorno trasparente

La tassa di soggiorno è un'iniziativa che non condivido in assoluto. Trovo che sia un metodo piuttosto deprecabile messo in atto dalle amministrazioni locali per portare un po' di ossigeno ai propri bilanci perennemente in emergenza a causa di gestioni perlomeno discutibili. Una scorciatoia viziosa che denuncia la pochezza delle pubbliche amministrazioni. Nei giorni scorsi Milano ha presentato numeri a riguardo di questa gabella. Nei primi sette mesi di quest'anno Palazzo Marino ha raccolto quasi 40 milioni. Probabile, facendo un conto approssimativo, che al 31 dicembre venga superata quota 65 milioni. Una cifra non irrilevante raggiunta dai 3 euro a notte che un turista è tenuto a pagare nel suo soggiorno meneghino. Una cifra che attesta l'appeal crescente del capoluogo lombardo, come dimostra l'effervescenza registrata durante la settimana della moda che ha appena tirato giù il sipario.

Realisticamente non credo che verrà certo abbandonata questa fonte di approvvigionamento piuttosto facile, troppo appetibile visti i risultati: massimo risultato con il minimo sforzo. Semmai è giusto interrogarsi e pretendere trasparenza sulla destinazione d'uso dei proventi. Non sarebbe un gesto di civiltà, prima di tutto verso i turisti, comunicare che quella liquidità si rende necessaria per migliorare i servizi e favorire così una loro permanenza in linea con quanto riescono a offrire le maggiori metropoli? Per garantire comfort all'altezza, ma dimostrabili. Città più belle, accoglienti e così ancora di più attrattive. Sarebbe auspicabile, una novità virtuosa, anche se dovrebbe essere un gesto normale e non straordinario. Non credo succederà. È troppo più comodo fare cassa per coprire un po' le falle dei conti pubblici. È dura scalfire logiche consolidate nel tempo. Da queste parti sarebbe come chiedere la Luna.

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