Economia

Telecom all'esame dei soci Vivendi-fondi testa a testa

Atteso il 59% del capitale, i francesi sperano nella maggioranza. Nel trimestre forte crescita dei ricavi

Maddalena Camera

«Chi arriva prima con la rete a banda ultralarga si prende i clienti». Questa è in sintesi la ricetta di Flavio Cattaneo ad di Telecom per battere la concorrenza di Enel OpenFiber. Insomma, secondo Cattaneo, Wind e Vodafone se vogliono incrementare la clientela sul fisso a banda ultralarga non possono attendere l'infrastruttura in fibra ottica dell'Enel. Ieri l'ex-monopolista ha dato i conti del primo trimestre. I ricavi sono cresciuti dell'8,5% a 4,8 miliardi, il miglior risultato dal 2012 grazie alla crescita dei clienti sia nel fisso sia nel mobile in Italia e in Brasile, grazie alla richiesta di nuove linde a banda ultralarga e alle tariffe molto competitive. In calo invece l'utile, 200 milioni, che nel primo trimestre 2016 riportava poste straordinarie per altri 200 milioni.

Oggi a Rozzano ci sarà il rinnovo del cda del gruppo che sarà eletto dall'assemblea degli azionisti mentre domani sarà nominato il nuovo presidente nella prima riunione del nuovo cda. Secondo indiscrezioni il prescelto sarà Arnaud de Puyfontaine, l'ad di Vivendi, società che è il maggior azionista di Telecom con circa il 24% del capitale. E sempre secondo indiscrezioni Vivendi potrebbe avrebbe difficoltà a far eleggere la sua lista di maggioranza composta da 10 consiglieri, mentre gli altri 5 sono quelli di Assogestioni. In assemblea infatti dovrebbe essere presente circa il 58-59% del capitale. Per ottenere la maggioranza Vivendi oltre alla sua quota ha bisogno di un altro 5%. E dunque anche il voto dei piccoli azionisti rastrellati da Sodali potrebbe essere necessario. I giochi sono aperti dunque ma, dato che Assogestioni ha nominato solo 5 consiglieri, se anche la lista di Vivendi non passasse, ne sarebbero eletti comunque 5 mentre gli altri cinque lo sarebbero per chiamata. Ma certo non avere la maggioranza sarebbe uno smacco per Vivendi. Quanto al presidente uscente Giuseppe Recchi potrebbe ottenere una poltrona da vicepresidente mantenendo alcune deleghe.

Certo è che de Puyfontaine, come presidente, non parte benissimo essendo indagato dalla Consob per aggiotaggio sulle azioni di Mediaset (insieme al patron di Vivendi Vincent Bollorè). La società del Biscione, di cui i francesi detengono circa il 30% del capitale è la «patata bollente» dei transalpini.

L'agcom infatti ha ordinato a Vivendi di scendere nel capitale o di Telecom o di Mediaset visto che la legge non consente controlli incrociati su società media e tlc.

Le strategie di Bollorè non sono però ancora chiare mentre Mediaset si attende la risoluzione della vertenza per il mancato acquisto della sua tv a pagamento Premium dalla causa in tribunale dove ha chiesto ai francesi 1,8 miliardi di risarcimento.

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