Economia

Telecom riprova a crescere in Brasile

Telecom riprova a crescere in Brasile

Riparte il risiko delle tlc sull'onda della convergenza fisso-mobile per i nuovi servizi a banda larga.

In Brasile, Tim Brasil, la società di tlc mobili di Telecom Italia, ha comunicato ieri ufficialmente di aver dato mandato a Banco Bradesco non per valutare un'offerta sul competitor Oi, ma per cercare alternative strategiche. E dopo il passaggio dell'operatore in fibra ottica Gvt al gestore mobile Vivo, che fa capo a Telefonica, l'incarico può certamente voler dire che Banco Bradesco deve cercare qualche operatore fisso, certamente più piccolo di Gvt, in grado di fornire un po' di connettività in fibra ottica a Tim Brasil. Anche in Italia, del resto, si torna a parlare di un'operazione importante, la cessione di Fastweb, operatore in fibra, al secondo gestore della telefonia mobile Vodafone. Un'operazione che poteva essere chiusa già un anno fa se Swisscom, l'ex monopolista svizzero che controlla la società, non si fosse impuntata sul prezzo. Fatto sta che ieri il titolo Swisscom a Zurigo è cresciuto di oltre il 2%, raggiungendo una quotazione che non vedeva da 14 anni. La novità, rispetto a una notizia che si trascina da mesi, è rappresentata dalla discesa in campo di Ubs che sta lavorando per un'operazione di 5 miliardi di euro contando su un multiplo di settore fino a 10 volte l'ebitda 2013 di 510 milioni di Fastweb. In Italia, Vodafone nella telefonia fissa sta infatti perdendo quote di mercato, soprattutto a favore di Fastweb che può offrire collegamenti a banda ultralarga. Con l'acquisto della società, che per gli analisti sarebbe strategica, Vodafone riuscirebbe anche a entrare nella partita di Metroweb per la rete in fibra ottica diventando dunque un pericoloso rivale di Telecom. Il gruppo britannico ha già acquisito altre reti a banda larga per accelerare la convergenza fisso-mobile e quindi la fornitura di servizi cosiddetti triple-play (internet, televisione, telefono).

La società inglese guidata dall'italiano Vittorio Colao sarebbe inoltre tra i pretendenti di Portugal Telecom e il cambio al vertice di Oi (ieri ha lasciato l'ad, Zeinal Bava, entrato nel gruppo nel 2013 per sostenere la fusione tra Oi e Portugal Telecom) porta a scommettere che la società sarà ceduta per ridurre l'alto debito del quarto operatore brasiliano. Che così potrebbe avere i fondi per Tim Brasil.

Intanto, ieri Alberto Nagel, ad di Mediobanca, ha escluso di voler formare un «mini patto» di sindacato in Telecom dopo lo scioglimento della holding Telco: «Siamo venditori», ha confermato Nagel, riferendosi alla volontà di cedere l'1,6% che resta a Mediobanca di Telecom Italia.

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