Economia

Tempesta perfetta sul petrolio: ​"Il peggio deve ancora venire"

Il crollo del petrolio non aiuta l'economia. Ma il peggio deve ancora venire. Leonardo Maugeri: "Stiamo vivendo un’anomalia storica"

Tempesta perfetta sul petrolio: ​"Il peggio deve ancora venire"

"È una tempesta perfetta quella di un petrolio che nonostante i prezzi così bassi non riesce a far ripartire l’economia: attenti ai facili ottimismi su un’inversione, il peggio deve ancora venire". In una intervista esclusiva all’Huffington Post Leonardo Maugeri, uno dei massimi esperti mondiali di energia, già direttore Strategie e Sviluppo di Eni, prova a tracciare il futuro del petrolio alla luce del crollo del prezzo del greggio e delle difficili relazioni tra i Paesi produttori. "Oggi siamo in presenza di un’anomalia perché con il prezzo basso l’economia non si riprende - mette in chiaro - stiamo vivendo un’anomalia storica”.

"Il petrolio a prezzi così bassi costringe i fondi sovrani dei Paesi produttori a vendere di tutto per incamerare risorse e compensare i minori introiti petroliferi. Devono vendere sui mercati per compensare i minori introiti del petrolio e questo contribuisce a deprimere i mercati. È una tempesta perfetta abbastanza preoccupante". Nel 2012 Maugeri aveva preannunciato che il prezzo sarebbe crollato. Gli hanno detto che ero pazzo. "Oggi, come allora, la mia voce è un po’ fuori dal coro - mette in chiaro - penso che il peggio debba ancora venire. C’è ancora troppa produzione in eccesso nel mondo e nuova produzione sta arrivando per effetto di investimenti fatti 5-6 anni fa e che adesso si completano. Di fronte a questo eccesso produttivo la domanda cresce poco e non c’è possibilità di riassorbire l’eccesso". Da qui la necessità di cercare un accordo tra grandi produttori per tagliare la produzione. Tutti producono più che possono e, al tempo stesso, difendono la propria quota mondiale. "L'Arabia Saudita è l’unico grande produttore al mondo che produce meno di quello che potrebbe - spiega Maugeri - la Russia ha continuato a superare i record produttivi e continua a produrre a tutto spiano. Negli Stati Uniti si è prodotto un po’ meno, ma per ragioni di mercato non perché volessero. Iran e Iraq sono due Paesi che dopo decenni di difficoltà si stanno riaffacciando adesso e non hanno alcuna intenzione di tagliare. Poi c’è il Canada, che in pochi ricordano, ma che è il quarto produttore al mondo di greggio".

Nel 2008 a scatenare la crisi economica furono i mutui subprime. "Ma tutto il problema della finanza derivata, di cui i subprime sono una parte, non è stato risolto - fa notare Maugeri - quando si parla ad esempio dei derivati presenti nella pancia delle banche italiane si capisce che c’è questo mostro della finanza derivata. Ora gli allarmi dicono che il problema del 2007-2008 non è stato risolto perché questa quantità di derivati in circolazione è da qualche parte. Il problema è che può ancora esplodere in qualche forma". Anche il petrolio si porta dietro una finanza derivata, ma è una parte ridotta rispetto a quella esistente nel mondo. Per questo, secondo Maugeri, difficilmente la debolezza dei prezzi del petrolio farà esplodere la crisi così come hanno fatto i subprime nel 2008. Certo è che negli Stati Uniti piccole e grandi aziende che investono sullo shale oil stanno andando in forte sofferenza. Nel 2015 ne sono già fallite 42.

Secondo Maugeri, il sistema Italia non sta soffrendo del calo del petrolio. Anche se non ne sta nemmeno beneficiando. "I problemi che si sono accumulati nell’economia italiana - fa notare - sono così vasti e grandi che ci vorranno anni per risolverli. L’Italia, essendo un Paese importatore, dato che importa oltre l’80% del suo fabbisogno, avrebbe dovuto ottenere un beneficio da una bolletta petrolifera meno alta, ma il beneficio è per il governo, non per il consumatore". Sul prezzo di 1,43 euro al litro un euro finisce in accise e Iva, che si calcola anche sulle accise. La materia prima incide per non più del 25%.

"Ammettiamo che per assurdo venisse regalato il petrolio - fa notare - la benzina alla pompa costerebbe lo stesso un euro".

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