Economia

Tim, Genish accende il duello tra fondo Elliott e Vivendi

Le minacciate dimissioni del manager diventano un caso a poche ore dall'assemblea dei soci del 4 maggio

Maddalena Camera

Telecom debole ieri in Borsa, -0,54%, nella settimana decisiva per la governance della società. Venerdì prossimo 4 maggio, a Rozzano si vedrà finalmente chi è il vincitore tra Vivendi, maggior azionista con il 23,9% e ad oggi titolare di direzione coordinamento della società, e il fondo attivista Elliot, che con l'8,8%, l'appoggio di Cdp che ha il 4,7% e di un buon numero di fondi italiani ed esteri spera di eleggere la sua lista di consiglieri.

In assemblea si attende una alta affluenza forse più del 65% fatto registrare da quella del 24 aprile scorso, quando Elliott ha battuto, se così si può dire, Vivendi facendo eleggere come presidente del collegio sindacale Roberto Capone con il 58% dei voti contro il 39%.

Una prova di forza del fondo attivista e dei suoi alleati visto che Capone era il presidente del collegio sindacale uscente, quello che aveva messo all'ordine del giorno le richieste di Elliott, contestate da Vivendi tanto che, per questo, aveva fatto dimettere tutto il consiglio di amministrazione. Tra i due contendenti la lotta è aperta.

Certo è che, chiunque vinca, non avrà vita facile con un cda dove comunque ci saranno cinque rappresentanti della lista di minoranza, qualunque essa sia. A mettere d'accordo i contendenti potrebbe essere l'ad Amos Genish. Ieri Elliott in un comunicato ha detto di voler sposare il piano di Genish. Smussando le sue posizioni sul dividendo e accettando che si possa tornare alla distribuzione dopo il raggiungimento dell'«investment grade». Il fondo attivista ha poi ribadito che «non esiste un piano alternativo» a quello di Genish sottolineando di essere «solo un azionista» e lasciando le decisioni al management. Anche sullo scorporo della rete precisa di aver «fiducia nella capacità del management e di un board indipendente per massimizzare il valore per gli azionisti».

La precisazione di Elliott arriva dopo che, in un'intervista al Sunday Telegraph, il manager israeliano ha ribadito di esser pronto a restare a patto che gli azionisti votino il suo piano industriale. E viceversa di essere pronto alle dimissioni in caso di vittoria di Elliott. Telecom ha fatto sapere che il titolo del giornale inglese era equivoco e che Genish «non ha mai detto di volersi dimettere». Difficile però capire perchè Genish abbia parlato con il Telegraph.

Certo è che se il manager fosse licenziato da Elliott la sua liquidazione sarebbe ben più cospicua rispetto a normali dimissioni. D'altro canto è ovvio che, se fosse riconfermato come ad nel primo cda del nuovo consiglio, sia esso dominato da Vivendi o da Elliott, sarebbe necessario l'appoggio al suo piano. Vivendi in un altro comunicato ha ribadito di essere preoccupata per eventuali dimissioni di Genish, di avere una posizione di lungo termine e di vedere in Elliott posizioni incoerenti.

Il banco di prova di Genish saranno comunque i conti del primo trimestre che Tim presenterà il 16 maggio prossimo.

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