Economia

Tim, senza spezzatino, crolla in Borsa

Vivendi rivuole gli acquisti. Giovedì incontro al Mise su Cig

Tim, senza spezzatino, crolla in Borsa

Giornata difficile ieri in Borsa per Telecom. Il titolo ha perso il 3,4% a 0,74 euro, ben lontano dal picco del 10 aprile di 0,88 quando anche Cdp era entrata nel capitale della società al fianco del fondo Elliott. La delusione deriva dal fatto che non si profila nell'immediato nessuna operazione-spezzatino, nessuna cessione. L'unico asset che potrebbe essere ceduto è Sparkle, ma i possibili veti del Governo lo rendono inverosimile.

Inoltre all'interno del gruppo la governance è ancora incerta, con Vivendi che ha prospettato l'ipotesi di convocare una nuova assemblea (comunque prevista per eleggere i revisori dei conti che sono stati bocciati in quella del 24 aprile). In quel frangente Vivendi potrebbe inserire la richiesta di portare da 15 a 19 il numero dei consiglieri e di nominarne 4 dei suoi. La società francese che fa capo a Vincent Bollorè ha spiegato di essere preoccupata perchè il nuovo consiglio potrebbe non tenere in conto degli interessi degli azionisti. Insomma si tratta dello stesso motivo che ha portato Elliott, spalleggiato dai fondi di investimento italiani e stranieri, a prendere la leadership della società. Del resto, secondo uno studio eleborato da Elliott stessa, Vivendi avrebbe avuto convenienza a esercitare il controllo su Tim perché tramite operazioni con parti correlate, come ad esempio il contratto pubblicitario da quasi 100 milioni aggiudicato alla controllata del gruppo Bollorè, Havas, avrebbe comunque ricevuto dei vantaggi. Per questo motivo, aveva spiegato Elliott, Vivendi aveva messo un suo uomo di fiducia, Michel Sibony a capo degli acquisti di Tim. E quindi ora le deleghe sugli acquisti sono passate, ad interim, all'ad Amos Genish dopo le pressioni esercitate dai rappresentanti di Elliott nel cda di mercoledì scorso. Pressioni che Vivendi non ha preso bene.

Mercoledì è stata annunciata anche la cassa integrazione straordinaria per 30 mila dipendenti e la volontà dell'azienda mandare a casa circa 4.500 persone. Sulla vicenda è previsto un incontro al Mise giovedì prossimo con i sindacati per trovare una intesa. Gli esuberi, secondo l'ad, potrebbero diventare prepensionamenti ma bisogna trattare. Delusi anche i piccoli azionisti di Asati che speravano nella svolta mentre gli analisti di Berenberg hanno tagliato il target price a 0,66 euro ad azione.

Sullo sfondo rumor su nuovi ingressi nel capitale: Vittorio Colao dopo l'uscita da Vodafone a ottobre, potrebbe organizzare una cordata di fondi; magari rilevando anche parte delle azioni in mano a Elliott.

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