Economia

Tod's, l'Opa non sfonda. Mancato il target del 90%

Della Valle può prorogare i termini di adesione. La carta della fusione per arrivare al delisting

Tod's, l'Opa non sfonda. Mancato il target del 90%

La famiglia Della Valle non è riuscita a raggiungere la soglia del 90% del capitale di Tod's, necessario per chiedere il delisting della società di calzature e abbigliamento di lusso. Ieri sera, alla chiusura del periodo di adesione all'Opa lanciata da Deva Finance sulle azioni sul mercato di Tod's (il 25,5% del capitale) le richieste di adesione erano inferiori al necessario. Il risultato finale, infatti, si è collocato poco sotto l'87% del capitale della società. Le richieste, al termine dell'ultimo giorno del periodo di adesione, secondo i dati di Borsa Italiana sono state pari al 48,9% delle azioni oggetto dell'offerta. Da qui si può calcolare che la finanziaria della famiglia Della Valle (Deva Finance, che fa capo a Diego Della Valle e al fratello Andrea, e ha il 64,5% della società) con le adesioni all'Opa potrebbe teoricamente incrementare la sua quota solo di un ulteriore 12,5% circa che, aggiungendo il 10% che in portafoglio il colosso del lusso Lvmh, permetterebbe di salire a ridosso dell'87% del capitale.

Il fondatore e presidente di Tod's Diego Della Valle e suo fratello Andrea, attraverso DeVa Finance, avevano offerto agli azionisti di Tod's 40 euro per azione, per un investimento fino a 338 milioni di euro. Un prezzo che è stato a lungo al di sotto del prezzo di Borsa, sceso solo ieri al di sotto (39,60 euro ad azione) con un calo del 2,41 per cento.

E ora cosa succede? Nel prospetto dell'Opa è prevista l'eventualità di una proroga del periodo di adesione di ulteriori cinque giorni. Della Valle potrebbe anche decidere di rilanciare l'offerta per cercare di convincere chi non ha aderito. Ma, in verità, la società ha già pronto un piano per portare comunque fuori da Piazza Affari la società anche in caso di fallimento dell'offerta: una fusione per incorporazione di Tod's in Deva Finance, entro sei mesi, pagando agli azionisti un diritto di recesso pari alla media dei sei mesi precedenti all'assemblea chiamata ad approvare la fusione, con la possibilità di spuntare probabilmente un prezzo anche inferiore ai 40 euro.

Non si tratta, quindi, di capire se l'addio alla Borsa ci sarà, ma solo come e quando. La decisione di lasciare i listini era stata presa dai Della Valle d'intesa con l'amico Bernard Arnault, il quale aveva dichiarato che la Delphine di Lvmh non avrebbe aderito all'Opa e avrebbe in ogni caso mantenuto invariata la sua quota del 10%. La proprietà - era stato spiegato annunciando l'operazione - vuole valorizzare i singoli marchi del gruppo: Tod's, Roger Vivier, Hogan e Fay, «dando loro visibilità individuale e una grande autonomia operativa», perseguita magari anche tramite la creazione di una società ad hoc.

Tutto questo, però, non sarebbe stato possibile continuando a rimanere quotata e dovendo condividere le decisioni con l'assemblea degli azionisti.

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