Economia

La trovata del governo: il marciume delle banche garantito dai contribuenti

La Bce comprerà derivati al cui interno saranno messo i crediti in sofferenza. Ma, se le cose dovessero andare male, pagheranno gli italiani

La trovata del governo: il marciume delle banche garantito dai contribuenti

Il governo Renzi ha messo a punto un piano per aiutare le banche italiane in difficoltà. Nelle prossime settimane chiederà, infatti, alla Banca centrale europea di Mario Draghi di acquistare derivati la cui interno hanno fatto confluire crediti in sofferenza. Una partita da almeno 50 miliardi di euro, sicuramente una buona fetta dei complessivi 180 miliardi di sofferenze bancarie dell'intero sistema bancario. Se il gioco non dovesse funzionare, però, a rimetterci sarà il contribuente. Nel trucchetto messo a punto dal presidente della Cassa depositi e eprestiti, Franco Bassanini, e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan lo Stato fornisce alla Bce una assicurazione parziale.

C'è il serio rischio che a rimetterci sia, ancora una volta, il semplice contribuente. Mentre il sistema Italia velaggia verso il rating "spazzatura", il governo si affatica a sistemare quei 181,3 miliardi di euro di sofferenze bancarie che mettono le ganasce alla ripresa. Ci vorrebbe una vera e propria magia per sistemare l'insistemabile. Perché questa paccata di miliardi è l'eredità che ci ha lasciato la crisi economica. Nei mesi scorsi dalle casse della Bce sono arrivati all'Italia i prestiti Targeted long term refinancing operation (Operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine). Peccato che i soldi staccati da Draghi non siano finiti alle imprese, ma siano stati usati per comprare i titoli di Stato. La situazione, nel frattempo, si è fatta sempre più esplosiva. Tanto che, di corncerto con il premier Matteo Renzi, Bassanini e Padoan hanno studiato un piano per usare le risorse messe a disposizione dalla Bce per neutralizzare le sofferenze bancarie.

Come spiega Libero, "i crediti bancari deteriorati saranno impacchettati in Abs (Asset backed securities, ndr) composti da una miscela di prestiti ad alto e a basso rischio più una parte intermedia coperta dalla garanzia pubblica". Per "garanzia pubblica" s'intende che, se le cose dovessero andare male, toccherà ai contribuenti a metterci una pezza. "In caso di default di una banca italiana - spiega Ugo Bertone - le conseguenze peseranno immediatamente sul rating" dell'Italia.

E sulle tasche degli italiani.

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