Economia

Unicredit +8%, la Borsa crede a Pzu

Gli analisti: con le cessioni aumento giù di 5 miliardi. Il titolo torna ai valori pre stress test

Camilla Conti

Unicredit non ferma la sua corsa a Piazza Affari. Anzi, con un balzo di oltre l'8% allunga il passo sul traguardo di 2,25 euro tornando sopra il valore segnato il 29 luglio (2,19 euro), giorno degli stress test europei. Anche gli altri titoli bancari hanno proseguito ieri con i rimbalzi: Mps ha guadagnato l'1,05%, Bpm il 3,4%, il Banco Popolare l'1,6% e Intesa Sanpaolo ha segnato un +3,04 per cento.

A spingere le quotazioni di Unicredit (che ieri ha anche collocato un covered bond decennale da un miliardo) sono sempre le voci sulla vendita della controllata polacca Pekao e di Pioneer nonché l'annuncio della partecipazione sopra il 5% detenuto da Capital Research. Su Pekao avrebbe messo gli occhi la compagnia assicurativa Pzu: l'ad di quest'ultima, Michal Krupinski, ha dichiarato di voler investire nel settore bancario ma non ha voluto fare alcun commento su Pekao, dopo le voci di stampa di una sua missione oggi a Milano per discutere con i vertici di Unicredit una possibile acquisizione. Lo scorso anno la stessa compagnia, che assicura più di 25 milioni di polacchi, aveva conquistato il 26% di Alior Bank rilevandola dalla Carlo Tassara - holding bresciana fondata dal finanziere franco polacco Romain Zaleski - dopo una gara a due con la francese Societè Generale.

Intanto, il vicepremier polacco Mateusz Morawiecki, ha dichiarato che il Paese non sta portando avanti alcun negoziato aggiungendo che qualsiasi eventuale operazione dovrà comunque avvenire a condizioni di mercato. Di certo, sul fronte italiano, il nuovo ad di Unicredit, Jean-Pierre Mustier ha lanciato una revisione strategica i cui risultati saranno svelati entro fine anno. Non appena è stato nominato, Mustier ha ceduto il 10% di Pekao raccogliendo 749 milioni e migliorando la posizione di capitale di 12 punti base. Il restante 40,1% vale 3,45 miliardi di dollari, e la cessione potrebbe rafforzare l'indice di solidità patrimoniale Cet1 di Unicredit di 70/80 punti base, riducendo l'ammontare di un eventuale aumento di capitale necessario per alzare l'asticella tra il 12% e il 13 per cento.

Secondo gli analisti, Unicredit potrebbe anche vendere in blocco il 100% di Pioneer, il gruppo di asset management che vale intorno a 3 miliardi con un impatto nell'ordine di 40 punti base sul Cet1. I broker di Banca Imi stimano che con la cessione sia di Pekao sia di Pioneer l'indice di solidità del patrimonio possa migliorare di 130 punti base per un equivalente di 5 miliardi di capitale con un impatto, però, negativo del 17% sugli utili netti in media nel periodo 2016-2018, di cui 9% per Pekao e 8% per Pioneer. Gli stessi analisti non si aspettano comunque azioni su Pekao prima di metà ottobre, quando sarà finito il periodo di lock-up di novanta giorni pattuito con la cessione della quota del 10% di Pekao lo scorso 12 luglio.

Resta da capire il futuro del 56% di FinecoBank rimasto in pancia al gruppo milanese con un occhio anche al destino delle obbligazioni di Unicredit che a fine 2015 rappresentavano circa il 60% (11,2 miliardi) degli asset della controllata.

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