Economia

Unicredit taglia i ricavi e frena in Borsa (-4,9%) Profitti a 1,5 miliardi

Utili +51% dopo la vendita Fineco. Fatturato sotto le stime. Mustier: «Sono i tassi bassi»

Unicredit taglia i ricavi e frena in Borsa (-4,9%) Profitti a 1,5 miliardi

La prudenza di Jean Pierre Mustier che ha tagliato le stime sui ricavi 2019 e gli utili trimestrali sotto le attese degli analisti non sono stati ancora digeriti dal mercato: dopo la presentazione dei conti di metà anno, ieri mattina, il titolo Unicredit è stato preso di mira dalle vendite e ha chiuso la seduta, lasciando sul terreno di Piazza Affari il 4,94% sotto ai 10 euro.

Unicredit ha archiviato il primo semestre dell'anno con profitti in crescita grazie soprattutto alla cessione della quota del 17% di Fineco avvenuta nel secondo trimestre. Nei primi sei mesi dell'anno l'utile netto è aumentato del 51,7% a 3,2 miliardi sullo stesso periodo del 2018, grazie anche ai proventi della cessione degli immobili in Germania. L'utile netto del secondo trimestre (con Fineco nel gruppo) è salito dell'81% a 1,85 miliardi ma sotto le attese degli analisti che si aspettavano 2,2 miliardi. E anche i 4,5 miliardi di ricavi nei tre mesi sono stati meno dei 4,7 miliardi stimati dagli operatori. Sui risultati del secondo trimestre hanno inciso 825 milioni di componenti straordinarie. Si tratta principalmente degli impatti dovuti alla vendita del 17% di Fineco e alla cessione dell'impianto eolico di Ocean Breeze in Germania.

In Borsa i riflettori si sono però accesi sul taglio delle stime: «In un contesto come quello attuale, con tassi di interesse più bassi per un periodo più lungo di quello previsto, abbiamo deciso di modificare la nostra indicazione sui ricavi dell'esercizio 2019 da 19 miliardi a 18,7 miliardi», ha spiegato Mustier durante la conferenza telefonica con la comunità finanziaria. Confermando, però, gli obiettivi a fine anno, tra cui un utile netto rettificato di 4,7 miliardi, «al quale si applicherà il pagamento in contanti dei dividendi del 30%», ha aggiunto l'ad che definisce Unicredit «ben attrezzata, sia per il bel tempo, sia per quello meno bello». Il portafoglio di Titoli di Stato è di 49 miliardi, in calo di 2 miliardi trimestre su trimestre.

Un approccio prudente condiviso dal cda, ha sottolineato il presidente Fabrizio Saccomanni nella conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio nella sede della banca in piazza Gae Aulenti a Milano. Durante la quale Mustier è stato incalzato anche sulle voci relative ai 10mila tagli all'organico del gruppo: «Eventuali nuovi esuberi saranno gestiti in modo socialmente responsabile», ha detto l'ad usando la stessa espressione contenuta nella lettera spedita a luglio scorso ai dipendenti del gruppo. Quanto ai rumors sulla creazione di una subholding in Germania in cui trasferire tutte le attività estere, il banchiere francese si è limitato ad assicurare che Unicredit resterà quotata a Milano, dove c'è il quartier generale.

Numeri e strategie verranno comunque svelati con il nuovo piano industriale che verrà presentato al mercato il 3 dicembre.

Non si sa ancora dove perché, come ha sottolineato ieri l'ad di Unicredit, in caso di Brexit «senza accordo» la presentazione potrebbe avvenire a Milano invece che a Londra, come programmato.

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