Economia

"È la vera svolta: il welfare per tutti"

Benefit esentasse al posto degli aumenti. "Si sentiranno più degli 80 euro di Renzi"

"È la vera svolta: il welfare per tutti"

Roma - La firma dei metalmeccanici ha «salvato» il contratto nazionale di lavoro. Un ferrovecchio delle relazioni industriali si è trasformato in uno strumento modernissimo, lodato anche da chi dava per morte le intese nazionali. «Un successo», spiega Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, sigla dei metalmeccanici della Uil che ha raccolto da subito la sfida del presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, per un rinnovo contrattuale. «Abbiamo tagliato il cuneo fiscale con un accordo», spiega Palombella, senza rinunciare al recupero dell'inflazione. Welfare e formazione e buoni spesa al posto degli aumenti in busta paga per un motivo molto semplice: «Sono esentasse. I nostri aumenti si sentiranno più degli 80 euro di Renzi».

La categoria più conservatrice ha rivoluzionato le relazioni industriali?

«Siamo partiti da una necessità. Il contratto nazionale stava perdendo la sua funzione. L'unica prospettiva era quella di intese che sostanzialmente garantissero solo il recupero dell'inflazione. Così era destinato a morire. Abbiamo fatto un contratto che recupera l'inflazione, anche se a posteriori una volta misurata, e poi dà a tutti i lavoratori dei benefici in termini di welfare contrattuale. Non aziendale, nazionale, per tutti».

Benefit al posto degli aumenti?

«Siamo in recessione e la tassazione sullo stipendio è ancora elevata. I lavoratori non avrebbero apprezzato un aumento. Quindi agli addetti al settore verrà riconosciuto il famoso carrello della spesa. Sono 450 euro tra il 2017 e il 2019 in buoni spesa. Esentasse per i lavoratori e per le aziende».

Saranno le aziende a decidere che tipo di buoni?

«No, sarà deciso a livello nazionale. Il beneficio per le aziende è che per riconoscere un aumento di 100 euro non ne dovranno sborsare 200. Ci rimette il governo in termini di minori entrate fiscali, ma contribuirà a un rilancio dei consumi».

Poi c'è il welfare. Tutti parlano del welfare aziendale, voi volete rilanciare quello contrattuale, valido per tutti?

«Si. I metalmeccanici hanno già il fondo Metasalute, finanziato dai lavoratori e dalle aziende. Hanno aderito fino ad oggi in 100 mila, dal primo ottobre potranno aderire 1,5 milioni di lavoratori, la copertura varrà anche per i familiari. Può arrivare a 3-4 milioni di assistiti, il fondo più grande in Italia e tra i più grandi in Europa. Poi le aziende daranno un contributo ulteriore a Cometa, il fondo pensione della categoria. In media saranno 10 euro. Poi i fondi per la formazione, a carico delle aziende e sempre esentasse».

Oltre agli aumenti esentasse e per lo più in servizi, la novità del contratto è il ritorno della Fiom-Cgil, entrerà nei consiglio di amministrazione di Metasalute...

«Un anno di trattative, 20 ore di scioperi. Siamo partiti da posizioni opposte e abbiamo realizzato un contratto rivoluzionario. Per la categoria e anche per il Paese. Anche la firma della Fiom è una rivoluzione. Sono passati dalla logica del conflitto a quella della partecipazione».

È un modello esportabile?

«Io me lo auguro. Spero sia l'apripista per altri contratti e anche un modello per la riforma della contrattazione».

I sindacati confederali saranno d'accordo? Così non rischiate di depotenziare il contratto aziendale?

«Le confederazioni hanno dato mandato di mantenere due livelli contrattuali. Noi l'abbiamo fatto rafforzato il primo livello.

Il secondo non si indebolisce perché vive di altre cose, di produttività e di organizzazione».

Commenti