Economia

Visco sulla crisi delle banche: "La Banca d'Italia non ha colpe"

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, difende il lavoro di vigilanza svolto sulle banche. E assicura: "Nessuna pressione sulla Popolare di Vicenza"

Visco sulla crisi delle banche: "La Banca d'Italia non ha colpe"

Di fronte alla commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche è il turno di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia. "Agli effetti della seconda recessione sulle banche la Vigilanza ha risposto con un’azione decisa e articolata". Difende dunque il proprio operato e chiarisce: "Il controllo sulla loro liquidità è stato fortemente intensificato già dal 2011. Nelle fasi di maggiore tensione è stato condotto su base infragiornaliera. Grazie a una campagna di ispezioni mirate condotte nel 2012-13 e ad appositi incontri con i vertici delle banche, non solo è stato ottenuto un chiaro miglioramento nella rilevazione dei crediti deteriorati, ma soprattutto ne sono stati innalzati i tassi di copertura". Insomma, secondo Visco tutti i controlli sono stati fatti come si doveva fare.

Visco ammette però che "la mala gestio di alcune banche c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato. Le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche. A determinare l’evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese".

La Banca d'Italia aveva avvertito che il sistema creditizio ''stava subendo i contraccolpi di due forti recessioni in tre anni e che la qualità del credito stava peggiorando''. Non è quindi ''vero che avrebbe sempre detto che andava tutto bene, sottovalutando la situazione''.

Altro tema centrale, il ruolo di Palazzo Koch sulla Banca Popolare di Vicenza. "Banca d'Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento", assicura Visco. "Ho ricordato più volte che le banche sono imprese e come tali vengono trattate dalla Vigilanza, nel pieno rispetto della loro autonomia di gestione, della quale hanno sempre la più completa responsabilità. La Vigilanza interviene per indicare alle banche le misure necessarie per una conduzione sana e prudente, ma non può stabilire le modalità operative con cui gli specifici interventi devono essere adottati. Per questo noi segnaliamo la necessità di una aggregazione. Sta alle banche individuare la controparte con cui effettuarla".

Il governatore assicura che c'è piena collaborazione tra Banca centrale e Consob, smentendo, così, le voci sui dissidi esistenti. "In questi anni la collaborazione tra la Banca d'Italia e la Consob è stata leale e costante, a livello sia tecnico sia di vertice. Anche grazie a questa collaborazione è stato possibile gestire e superare casi di crisi, insieme con il governo. Con questo stesso spirito, riconosciamo che, nonostante i passi avanti conseguiti con il protocollo del 2012 e con la collaborazione a livello tecnico - ha aggiunto - altro può essere ancora fatto per migliorare la comunicazione. Sono già in corso i lavori per il riesame dei protocolli che governano la condivisione di informazioni tra le due autorità, al fine di renderli più efficaci''.

Poi riconosce che c'è un problema non secondario di cui tenere conto. "E' grave, questo sia chiaro se uomini di Bankitalia passano al servizio di banche private di cui si sono occupati e agiscono in conflitto di interessi

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