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Eluana, la Cassazione: sì all'eutanasia Sdegno del Vaticano: "Gravità assoluta"

I giudici della Suprema Corte hanno bocciato il ricorso della procura di Milano contro il verdetto della Corte d'Appello che autorizza il padre, Beppino Englaro, a staccare il sondino naso-gastrico che tiene in vita la donna da oltre 16 anni (leggi le tappe della vicenda) in stato vegetativo. Che dice: "E' la conferma che viviamo in uno Stato di diritto. Cosa accadrà ora: l'agonia potrebbe durare 15 giorni. La Cei: ora una legge, responsabilità morale di chi staccherà

Eluana, la Cassazione: sì all'eutanasia 
Sdegno del Vaticano: "Gravità assoluta"

Roma - Sì all'eutanasia. Beppino Englaro ha vinto la sua estenuante battaglia. Quella per fare rispettare la volontà della figlia, Eluana, in stato di coma vegetativo permanente da oltre 16 anni in seguito a un incidente stradale. Diventa definitivo il decreto della Corte di Appello di Milano che autorizza a sospendere l’alimentazione artificiale che tiene in vita Eluana Englaro. È la conseguenza della sentenza della Cassazione che oggi ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura di Milano. E Beppino Englaro si scioglie in un: "È la conferma che viviamo in uno stato di diritto".

Un no tecnico Le sezioni unite civili della Cassazione hanno dichiarato inammissibile per "difetto di legittimazione" il ricorso sulla vicenda di Eluana. La procura generale di Milano, in sostanza, non poteva impugnare la decisione con cui era stata autorizzata la sospensione dell’alimentazione artificiale che tiene in vita la donna. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, si spiega in una nota firmata dal primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, è dovuta a "difetto di legittimazione all’impugnazione", proprio come aveva rilevato il sostituto pg Domenico Iannelli nella sua requisitoria nel corso dell’udienza pubblica di martedì mattina. La sentenza su Eluana è la numero 27145/08 ed è stata depositata questa sera. Il relatore è Mario Rosario Morelli.

Il pg Pezza: "Leggerò le motivazioni" "Prendo atto, leggerò le motivazioni della Cassazione". Questo il commento del sostituto procuratore generale Maria Antonietta Pezza sulla decisione della Suprema corte.

La curatrice: "Soluzione giusta" "E' la soluzione logica, ineccepibile, perfetta" commenta così l’avvocato Franca Alessio, curatrice di Eluana, appena ha saputo della decisione. "È quello che ci aspettavamo e non poteva andare diversamente - ha aggiunto - visto che la procura generale ha fatto molto di più di quello che era legittimo fare". Alla domanda se ora potrebbero sorgere ancora problemi per trovare una struttura disposta accompagnare Eluana verso la fine, la Alessio ha risposto: "Credo proprio di no, ora c’è una sentenza della Cassazione".

Lo sdegno della Santa Sede "E' una decisione molto grave, sotto tutti i profili". È quanto afferma ai microfoni della Radio vaticana monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontifcia Accademia per la Vita, commentando la sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro che respingendo il ricorso della Procura generale di Milano apre le porte all’interruzione dell’idratazione e dell’alimentazione della ragazza. "Per quanto mi concerne è grave dal punto di vista etico e morale. Forse potranno trovare delle giustificazioni nei cavilli procedurali e nelle interpretazioni del linguaggio. Nella sostanza però - ha detto ancora Fisichella - rimane un fatto del tutto grave ed estraneo alla cultura del popolo italiano, un fatto di una gravità assoluta per quanto riguarda un attentato alla vita". Come avvenne per il caso di Terri Schiavo negli Stati Uniti "così oggi in Italia verrà tolto il nutrimento e l’idratazione", ha affermato Fisichella. Siamo di fronte, ha spiegato, "una ragazza di 37 anni, a una persona viva, non attaccata a nessuna macchina, che respira, che si sveglia e si addormenta, una ragazza che percepisce - perchè questo pure è da ribadire - a questa ragazza verrà tolta l’acqua e l’alimentazione. Condannandola certamente a una morte di grave sofferenza e di stenti". Ma proprio di fronte a questa situazione il Presidente della Pontificia accademia per la vita ha affermato: "Sono ancora più profondamente convinto che il popolo italiano verificando il dramma che si sta per compiere sotto i propri occhi - perchè sono convinto che la maggioranza del popolo italiano non condivida quanto sta accadendo, convincerà ancora di più a formulare una legge il più possibile condivisa per proprio perchè venga evitata qualsiasi forma di eutanasia attiva o passiva nel nostro Paese".

Mantovano protesta "Una parte della magistratura rifiuta la tutela della vita umana, privilegia forme più o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente, impone questa sua opzione al Paese violando le leggi in vigore". Lo sottolinea, in una nota, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. "Già nelle scorse settimane la Corte Costituzionale aveva preferito chiudere gli occhi, facendo finta di non vedere questa palese invasione di campo - ricorda Mantovano - spetta perciò al parlamento restituire al popolo la sua sovranità con una scelta in favore della vita, senza se e senza ma, che ribadisca e renda evidenti le gravi responsabilità, anche politiche, dei magistrati che avallano scelte di morte".

Felice Mina Welby "Oggi finisce il lutto di Peppino Englaro": Mina Welby, la moglie di Piergiorgio, si sente vicino al padre di Eluana e commentando la decisione della Cassazione. "Sono felice perché la volontà di Eluana può essere adempiuta. Capisco cosa prova Beppino Englaro, oggi lo ha sentito ed era sereno - ha aggiunto - credo che provi quello che anche io ho provato per mio marito. Accettare la sua volontà, come ha fatto il papà di Eluana, è stato un grande atto di amore".

Maria Antonietta Coscioni: "Ora la legge" "I giudici hanno deliberato secondo scienza e coscienza, non c’è stata da parte loro alcuna invasione di campo. Hanno dimostrato di essere in sintonia con la maggioranza del Paese, se è vero che oltre l’80 per cento degli interpellati sostiene che è favorevole alla richiesta di interruzione di cure, quando si presentano casi come quelli di Eluana". Lo dichiara Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale. "Ora, credo che l’unica cosa da fare sia quella di rispettare non solo la sentenza, ma il dolore e la lacerazione che in questi anni hanno accompagnato la famiglia di Eluana: nei confronti dei quali è stata esercitata una incredibile violenza e contro i quali si sono usati termini e toni terrificanti. Ora spetterà a noi politici garantire una buona legge sul testamento biologico. Una legge che difenda innanzitutto la volontà del paziente; quella volontà che, nel caso di Eluana ha richiesto 17 lunghi, dolorosi anni, prima che fosse riconosciuta".

Roccella: il governo non può intervenire "Nessun obbligo di applicazione della sentenza" e "nessuna possibilità di intervento da parte del governo": il sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici, Eugenia Roccella, sintetizza così la situazione dopo la sentenza. "Il rifiuto della Cassazione - ha detto Roccella - è la risposta alla sentenza della Corte di Appello: non c’e quindi un obbligo di applicazione. Il padre ha vinto la sua battaglia ma oggi potrebbe decidere di ripensarci. Ora è in gioco la responsabilità personale di chi è interpellato. Da parte del governo - ha concluso il sottosegretario - non ci può essere un veto alle strutture pubbliche".

Il Csm fa quadrato E' stata già depositata al Comitato di presidenza del Csm la richiesta di apertura di una pratica a tutela dei giudici della Corte di Cassazione, dopo gli attacchi provenienti dal mondo politico sulla sentenza sul caso di Eluana. A firmarla sono stati tutti i gruppi dei togati. Nel documento si sottolinea che la funzione "delicatissima" che spetta alla Cassazione di "mantenere l'unità del diritto nazionale", "richiede una puntuale presa di posizione da parte dell'organo di autogoverno", di fronte a questi attacchi. Di qui la richiesta di aprire "una pratica a tutela dei giudici della Corte Suprema". L'intervento del Csm servirà a "rammentare al Paese che la Cassazione non si è inventata nulla ma ha applicato la legge - spiega il consigliere Giuseppe Maria Berruti (Unità per la Costituzione), che è stato tra i promotori dell'iniziativa -. Chiediamo di tutelare la funzione della Corte, cui è affidata la uniformità del diritto nazionale e la cui legittimazione impone rispetto". Per il consigliere quella su Eluana "é stata una decisione molto dolorosa, ma parlare di omicidio di Stato è inaccettabile. Una questione così delicata", non può essere affrontata comparando i dolori;ci vuole razionalità, non ci si può far guidare solo da emozioni".

La Cei: ora una legge sulla fine della vita Dopo la decisione della Cassazione sul caso Englaro, secondo la presidenza della Cei, 'si fa piu' urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il piu' ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volonta''.

"Responsabilità morale di chi staccherà..." La Cei constata che la vita di Eluana "é ormai incamminata verso la morte", partecipa "con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda" ma non può "fare a meno di richiamare alla loro resposabilità morale quanti si stanno adoperando per porre termine alla sua esistenza". Lo afferma un comunicato della presidenza della Conferenza episcopale italiana. "La vita di Eluana Englaro, al cui dramma si è appassionata la coscienza del nostro Paese, - si legge nella nota diffusa in tarda serata - è ormai incamminata verso la morte. Mentre partecipiamo con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda, non possiamo fare a meno di richiamare alla loro responsabilità morale quanti si stanno adoperando per porre termine alla sua esistenza. La convinzione che l'alimentazione e l'idratazione non costituiscano una forma di accanimento terapeutico - prosegue la Cei - è stata più volte, anche di recente, resa manifesta dalla Chiesa e non può che essere riaffermata anche in questo tragico momento.

In tale contesto - è la conclusione - si fa più urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il più ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volontà".

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