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L'Europa fatica a salvare Atene ma si carica Kiev

Dopo aver ridotto in miseria la Grecia, svuotato i conti ciprioti, costretto l'Italia ai peggiori sacrifici per la difesa di un rapporto-mantra tra deficit e pil Bruxelles c'impone ora l'adozione forzata di un'Ucraina in bancarotta

Giovedì i sorrisini di scherno all'Italia. Ieri il via libera al capitolo politico d'un trattato d'associazione con l'Ucraina che sembra l'ennesima beffa a milioni di europei. Una beffa firmata anche stavolta da Manuel Barroso , Herman Van Rompuy e dal circo degli euroburocrati.

Dopo aver ridotto in miseria la Grecia, svuotato i conti ciprioti, costretto l'Italia ai peggiori sacrifici per la difesa di un rapporto-mantra tra deficit e pil Bruxelles c'impone ora l'adozione forzata di un'Ucraina in bancarotta. Un'Ucraina con un debito di 410 miliardi dollari, un rapporto deficit/Pil all'8 per cento e casse così vuote da non riuscir a trovare neppure i 25 miliardi di dollari per arrivare a fine anno. Un'Ucraina a cui dovremo allungare 15 miliardi di dollari per rimpiazzare i prestiti russi e regalare un bel po' di gas per consentirle di sopravvivere senza quello del “cattivo” Putin.

Ma la beffa più atroce nascosta nel trattato beffa impostoci da Bruxelles è il miraggio dell' integrazione dell'Ucraina . Se l'economia di Atene minacciava di piegare l'euro quella di Kiev rischia d'ammazzarlo. Le miniere di carbone e le antiquate acciaierie ucraine sono ancora relativamente importanti per Mosca, ma assolutamente inutili per il nostro sistema industriale. E Turboatom, unica azienda high tech del paese, ben difficilmente venderà ad altri le turbine progettate per le centrali nucleari di Mosca. Come se non bastasse queste limitate, e per noi irrilevanti, risorse sono concentrate in quelle regioni orientali dove il tre quarti della popolazione parla russo, detesta il nuovo governo di Kiev e sarebbe ben felice di seguire la Crimea sulla strada della secessione.

Ma l'ultimo trappolone nascosto in un trattato definito “importante” dal premier Matteo Renzi è quello sui prodotti alimentari. La firma della sua parte economica apre la strada alla caduta di tutte le limitazioni sulle esportazioni alimentari di Kiev. Così mentre Bruxelles ci detta le regole per produrre mozzarelle e tortelli il latte e i filetti di Kiev saranno liberi di circolare in Europa.

E approdare sulle nostre tavole in barba a qualsiasi controllo sanitario ed alimentare.

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