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La Crimea: referendum per staccarsi da Kiev. Obama: "Inaccettabile"

Centinaia di cosacchi occupano Simferopoli. E dopo l'annuncio del voto per il 16 marzo, Europa e Stati Uniti alzano la voce: "Secessione illegittima"

La Crimea: referendum per staccarsi da Kiev. Obama: "Inaccettabile"

Questo articolo è multimediale: le parti in blu fanno riferimento a video e foto esclusivi

Simferopoli (Crimea) - L'urlo di guerra dei cosacchi che presidiano l'aeroporto scaturisce dall'annuncio che il Parlamento della Crimea ha votato a stragrande maggioranza l'unione con la Russia. La notizia arriva da Vladimir Mierzalov, mimetica e pelata alla Kojak, consigliere per la sicurezza del premier filo Mosca della penisola. «Il 16 marzo terremo il referendum per chiedere alla popolazione della Crimea se vuole far parte della Federazione russa - spiega Mierzalov - o tornare alla costituzione del 1992», che garantisce grande autonomia alla penisola ribelle. All'aeroporto si è portato dietro un alto ufficiale di polizia per coordinarsi con i cosacchi «sul mantenimento dell'ordine». (guarda il video)

Uomini armati, come gli antichi cavalieri dello Zar, hanno fermato all'ingresso dall'Ucraina il convoglio dell'Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa. A bordo 35 osservatori militari, compresi due italiani, che dovrebbero controllare la presenza di truppe russe in Crimea, vengono rimandati indietro. Nella capitale, Simferopoli, l'ordine di Mosca si espande. I miliziani filo russi occupano manu militari radio e tv Crimea bloccando le trasmissioni e mandando in onda il canale all news di Mosca. Un gruppetto di attiviste Femen, nella piazza principale, fa il proprio show contro il presidente russo, Vladimir Putin, ma viene malmenato. Il leader della minoranza tartara (12% della popolazione), Refat Chubarov, annuncia il boicottaggio del referendum per unirsi alla Russia bollando come «pazzi» i membri del parlamento. Il capo tartaro è convinto che si tratti «di una catastrofe» che potrebbe portare alla guerra.

A 100 chilometri dalla capitale della Crimea, verso ovest, la flotta russa del Mar Nero mostra i muscoli davanti alla baia di Donoslav. Il capitano di vascello, Alexander Stepanov, è rimasto fedele al governo di Kiev assieme agli uomini nella base della marina con il dito sul grilletto dietro i sacchetti di sabbia. «Martedì sette unità da guerra russe si sono schierate davanti allo stretto della baia e hanno affondato una loro nave trainata da Sebastopoli, la Ochakov, per bloccare l'ingresso» racconta l'ufficiale con il gruppo sanguigno A positivo sulla mimetica. Soldati russi hanno intimato la resa alle basi strategiche della zona, ma almeno un paio sono ancora in mano agli ucraini. A un certo punto ulula la sirena dell'allarme. Alcune macchine con miliziani filo russi a bordo si stanno avvicinando.
La Ochakov è riversa su un fianco, affondata, ma a metà ancora fuori dall'acqua, come se fosse un pachiderma del mare ferito a morte. Vecchia ferraglia che serve a bloccare lo stretto tagliando fuori le basi della Marina ucraina. (guarda il video) Al largo si staglia inconfondibile l'ammiraglia della flotta russa di Sebastopoli, l'incrociatore lanciamissili Moskva, riconoscibile dal numero 121 sulla fiancata grigia. Altre due navi di scorta presidiano le acque del Mar Nero, dove è in arrivo il cacciatorpediniere Usa Truxtun per un'esercitazione con bulgari e romeni.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dichiara che «il referendum sulla secessione della Crimea viola la costituzione ucraina e la legge internazionale». E spiega che «è finita da tempo l'epoca in cui i confini potevano essere ridisegnati passando sulla testa dei leader democraticamente eletti». Dopo che il Dipartimento di Stato ha bloccato i visti di ingresso e congelato i beni a personalità russe e ucraine, il presidente firma anche un ordine esecutivo che permette di imporre ulteriori sanzioni economiche «a individui ed entità responsabili per le attività che hanno indebolito il processo democratico e le istituzioni in Ucraina». Il suo ex segretario di Stato, Hillary Clinton, paragona di fatto il presidente Putin a Hitler per l'intervento in Crimea.
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, considera «illegittimo» il referendum per l'annessione alla Russia e l'Unione Europea ed è pronta ad applicare sanzioni. Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, debutta al vertice straordinario europeo sull'escalation della crisi. A Bruxelles, il premier ucraino Arseny Yatseniuk si dice «determinato a firmare al più presto l'accordo di associazione». Nel parlamento di Kiev raccolgono firme per aderire alla Nato e la discussa eroina politica ucraina, Yulia Tymoshenko, vuole rivedere gli accordi con i russi sulla flotta del Mar Nero. Il procuratore generale emette due mandati di cattura per il premier e il presidente del parlamentino della Crimea, Serghei Aksionov e Vladimir Kostantinov. Nell'est del paese viene arrestato Pavel Gubarev, il capo della milizia filo Mosca a Donetsk ed è altra benzina sul fuoco.
A Sebastopoli, roccaforte russa in Crimea, compare l'avanguardia dei paramilitari serbi del «Movimento cetnico». Veterani della guerra in Kossovo del 1999 che vogliono dare una mano ai cosacchi. Milutin Malisic, che li guida è convinto che in Ucraina si stia ripetendo il copione della Serbia: «Gli occidentali finanziano l'opposizione dicendo che è fantastico entrare nell'Unione Europea, ma sono bugie».

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