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Crimea a rischio secessione. La folla applaude i tank russi

Dalla base navale di Sebastopoli esce un blindato con i colori di Mosca ed esplode il tripudio: "Non vogliamo avere a che fare con i golpisti". DIARIO DA KIEV

Un cosacco in piazza a Sebastopoli
Un cosacco in piazza a Sebastopoli

Il seguente articolo è multimediale: le parti in blu fanno riferimento a video e foto esclusivi

SebastopoliIl blindato russo sfreccia nella piazza principale di Sebastopoli con i militari di Mosca che spuntano fuori come nei film. La piccola folla che presidia il municipio per difendere il nuovo sindaco controrivoluzionario imposto dalla piazza domenica si volta di scatto. Ed esulta come se fossero appena passati i salvatori.

A Sebastopoli, sull'estrema punta della penisola di Crimea, c'è dai tempi degli Zar la grande base navale russa della flotta del Mar Nero. La popolazione, che per il 40% ha il passaporto di Mosca, si è subito mobilitata contro i «banditi», come li chiamano loro, «responsabili del colpo di stato a Kiev».

Altri movimenti di blindati sono stati segnalati in città, ma il Cremlino non ha bisogno di invadere la Crimea. Le basi della flotta del Mar Nero, territorio russo fino al 2042, hanno agli ormeggi circa 150 unità navali da guerra. A Sebastopoli è acquartierato un Reggimento indipendente di fanti di Marina composto da 1100 uomini con blindati come quello che ha provocato l'esultanza in piazza Nakhimov.

Se con la gente parli della rivoluzione di Kiev ti guardano storto, ma non vedono l'ora di fermare un giornalista occidentale per dirgli: «Ci sentiamo russi e non vogliamo avere nulla a che fare con i criminali politici al potere». I manifestanti del municipio sventolano un bandierone bianco con le diagonali azzurre, simbolo della Marina russa. All'ingresso della città guai a chi tocca l'arco bianco con il faccione di Lenin.

In piazza ci sono pure i cosacchi con le loro divise blu ed i nastrini da veterani. Dal Don starebbero arrivando le prime avanguardie per “difendere” la Crimea.

Davanti al municipio hanno ammainato la bandiera ucraina issando quella russa con l'aquila imperiale. Valentina Polikova, una babuchka di 70 anni, con un'ombra di rossetto, è orfana di guerra. «La nostra città è russa - afferma decisa - Vorrei che Sebastopoli e la Crimea si unissero a Mosca. Così Putin mi darebbe la pensione che mi stanno portando via».

Nel municipio è barricato Alexey Chalyi, imprenditore vicino alla Russia, imposto a furor di popolo come nuovo sindaco dopo il crollo del regime nella capitale. La polizia, su ordine del ministero dell'Interno in mano ai rivoluzionari, ha cercato di arrestarlo senza riuscirci. I volontari della samooborona, una specie di autodifesa popolare, hanno fatto muro. Alexander Climenko, un giovanotto di 30 anni, è uno di loro. Si fa intervistare davanti alla stella rossa di Sebastopoli, una delle città martiri sovietiche della seconda guerra mondiale. «Sono nato e cresciuto qui e mi considero russo. Per questo ho deciso di arruolarmi. Sono pronto a difendere Sebastopoli e a morire se necessario seguendo l'esempio di sacrificio del nonno, che ha combattuto i nazisti».

Il reclutatore delle brigate di autodifesa è Ghennady Basov, capo del Blocco russo, un popolare partito a Sebastopoli. Tre cellulari, tracagnotto ed in giacca senza cravatta, nonostante il freddo, ci porta nella sua sede nel seminterrato di un palazzo. Non possiamo riprendere l'ingresso per motivi di sicurezza. Dentro qualcuno ci guarda con sospetto quando filmiamo il bandierone russo alla parete. Delle ragazze, fascia bianca al braccio con il nome del partito, sono affaccendate nella logistica. Chiunque è in buona salute e sotto i 50 anni può arruolarsi nella difesa popolare lasciando il numero di cellulare. «Il compito principale è proteggere la popolazione che parla russo in tutta l'Ucraina», spiega Basov. A parole non sembra volere la secessione ma «il federalismo come primo passo». In realtà si prepara al peggio: «Se dei criminali ti arrivano in casa pensi a difendere i tuoi figli e non temi neppure la guerra civile».

Oggi il parlamento della repubblica autonoma di Crimea si riunirà in seduta straordinaria e potrebbe proclamare un clamoroso strappo dal nuovo potere di Kiev. Forse voterà la richiesta di un referendum sulla secessione. A Sebastopoli sono già arrivati quattro parlamentari della Duma russa annunciando che verranno rilasciati da subito passaporti di Mosca a chi lo richiede con una procedura semplificata.

Se ai filorussi chiedi che fine abbia fatto il presidente deposto, Viktor Yanukovich, segnalato in Crimea, ti rispondono secchi: «Ha abbandonato la sua gente nel momento del bisogno. È un traditore».

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