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Il duro che serviva ai Repubblicani per attirare il popolo dei Tea Party

New York Mitt Romney ha scelto Paul Ryan come compagno di viaggio nella corsa alla Casa Bianca. L'annuncio ufficiale è arrivato ieri mattina a Norfolk, in Virginia, di fronte alla nave da guerra USS Wisconsin. In realtà Romney aveva già scelto il proprio vice presidente il primo agosto, al ritorno dal viaggio europeo, ma il suo staff è riuscito a mantenere il più stretto riserbo sulla decisione più importante di questa campagna elettorale.
La conferma è arrivata poco dopo le 7 della mattina attraverso l'app del candidato repubblicano. Due ore dopo Romney ha presentato Ryan, introducendolo per errore come «il prossimo presidente degli Stati Uniti», una gaffe sulla quale si è subito affrettato a scherzare. «Sono famoso per fare qualche errore ogni tanto», ha affermato Romney con autoironia ma scoprendo il fianco agli attacchi democratici. «Io e Romney condividiamo un impegno», ha dichiarato Ryan una volta sul palco. «Restaurare i sogni e la grandezza di questo Paese». Il deputato del Wisconsin, che non era fra i nomi più in voga, era richiesto dal fronte conservatore, a cominciare dal Wall Street Journal che in lui aveva visto l'uomo giusto per completare il ticket presidenziale. «Rappresento una parte dell'America che comprende le città, le aree rurali, i sobborghi e le cittadine industriali», ha spiegato nel corso del suo discorso. Ryan è l'uomo comune del Midwest, nonostante vanti una sorprendente esperienza a Washington, dove è arrivato giovanissimo. Nato a Janesville nel 1970, è deputato del suo Stato natale, il Wisconsin, da quando aveva 28 anni. Arrivato a Washington a metà anni Novanta come stagista del senatore Bob Kasten, al quale apriva la corrispondenza, nel 1996 divenne speechwriter del candidato repubblicano alla vicepresidenza Jack Kemp. Due anni dopo, Ryan vinse la prima di sette elezioni consecutive con il 57% delle preferenze, senza più scendere sotto il 63%. Dal gennaio dello scorso anno è a capo della commissione budget della Camera, dove si è messo in evidenza per i duri attacchi alle politiche fiscali di Barack Obama e per il suo impegno a ridurre il deficit federale. Fra le sue proposte spiccano i cambiamenti radicali al Medicare, il sistema federale di assistenza sanitaria per gli anziani. Le sue iniziative lo hanno reso un paladino della destra e dei Tea Party, un elettorato scettico nei confronti del troppo moderato Romney e che ora potrebbe essere galvanizzato dalla scelta di Ryan, uno dei giovani più brillanti del partito.
Ryan è sposato con una donna dell'Oklahoma e ha tre figli. Una famiglia all american, ma soprattutto cattolica praticante, altra grossa fetta dell'elettorato repubblicano che, insieme agli evangelici, rischiava di sfuggire a Romney a causa della sua fede mormone. «L'America è più di un luogo», ha concluso Ryan nel suo primo discorso da candidato alla vicepresidenza. «È un'idea. L'impegno che ci prendiamo nei vostri confronti è questo: non abbasseremo la testa sulle questioni importanti, ma le domineremo». Ryan è una scelta forte e rischiosa.

Il deputato del Wisconsin è un riformista dal grande carisma che da un lato potrebbe oscurare Romney e allontanare moderati e indipendenti, ma dall'altro potrebbe entusiasmare un partito repubblicano che finora ha assistito distaccato alla campagna elettorale.

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