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L'attacco divide anche Casa Bianca e Pentagono

Grana in vista del giuramento. La Difesa spinge per l'intervento, Obama frena: "Meglio evitare altri Afghanistan"

L'attacco divide anche Casa Bianca e Pentagono

Il presidente americano Barack Obama inaugura domani il suo secondo mandato. A poche ore dall'inizio dei lavori, la nuova Amministrazione si trova a dover gestire un'altra possibile guerra. Secondo i giornali americani, gli Stati Uniti avrebbero preso tempo nel rispondere alle richieste di aiuto di Parigi - che pochi giorni fa ha iniziato un'operazione militare contro gruppi estremisti islamici legati ad Al Qaida e bande di nazionalisti Tuareg nel Nord del Mali - proprio a causa di fratture interne sulla strada da intraprendere in Nord Africa. Scriveva ieri il Los Angeles Times che il Pentagono sarebbe in queste ore più propenso ad andare in aiuto ai francesi rispetto alla Casa Bianca, più cauta, preoccupata da un conflitto che rischia d'essere lungo e complicato, già paragonato all'intervento in Afghanistan nel 2001. Se in un'intervista il generale Carter Ham, capo dell'Africa Command americano, spiega che senza una risposta americana in Mali i gruppi estremisti potrebbero presto essere in grado di colpire gli interessi americani, per alcuni alla Casa Bianca Al Qaida in Nord Africa è un pericolo, ma ancora incapace d'essere minaccia per gli Stati Uniti. In seguito all'attacco di mercoledì da parte di miliziani radicali a una centrale per l'estrazione di gas a In Amenas, nel Sahara algerino, in cui sono rimasti coinvolti ostaggi americani - uno è morto - la prospettiva di Washington potrebbe però cambiare. Il segretario della Difesa Leon Panetta ha garantito mercoledì alla Francia sostegno logistico e di intelligence. Nelle scorse ore, l'America ha deciso di inviare aerei cargo per il trasporto di veicoli e truppe francesi in Mali e ufficiali per addestrare i soldati di sei nazioni africane, che formeranno un corpo militare panafricano per un intervento. Per ora, Washington non ha parlato del contestato utilizzo di droni e rifiuta di appoggiare azioni di combattimento: non fornirà a Parigi aerocisterne per il rifornimento in volo dei suoi jet che stanno bombardando il Nord del Mali. Gli americani hanno fatto sapere anche di non voler addestrare le truppe di Bamako: succederà solo quando il processo democratico, bloccato con il golpe di marzo, sarà riattivato, ha detto un portavoce. Il putsch, ricorda il quotidiano francese Le Monde, è stato portato a termine tra gli altri dal generale Amadou Sanogo, ufficiale addestrato in passato dagli americani, che per combattere il terrorismo hanno diretto in Sahel sforzi per 450 milioni di euro. Mentre Obama va verso un difficile inizio del suo secondo mandato, a Washington si scelgono i nuovi diplomatici, tra loro anche il successore di David Thorne, ambasciatore in Italia. In lista la filantropa Azita Raji, lo scrittore Robert Mailer Anderson e l'avvocato John R.

Phillips.

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