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Marò pronti a rientrare in India già oggi

Conferma dei familiari: "Hanno una sola parola e la manterranno. Speriamo in una soluzione positiva". Appello del Pdl: "Il Csm intervenga per ribadire la giurisdizione italiana"

Marò pronti a rientrare in India già oggi

I marò dovrebbero ripartire oggi per l'India e rientrare a Kochi il 4 gennaio dopo la fine delle due settimane di «licenza» natalizia concesse dai giudici del Kerala. Il condizionale è d'obbligo perchè la Difesa e gli Esteri continuano a mantenere una rigorosa censura su tutti gli aspetti «scomodi» della vicenda. Il 22 dicembre, quando Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono rientrati in patria per il permesso, la pubblicità è stata addirittura esagerata. Adesso che dovrebbero rientrare il silenzio è d'obbligo. Nonostante oggi a Roma i fucilieri di marina del reggimento San Marco, accusati dagli indiani di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati, incontreranno il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Li accompagnerà il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

Nell'ultima giornata italiana i marò dovrebbero presentarsi alla procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta. Come il Giornale ha già spiegato basterebbe poco per trattenerli in Italia ribadendo la nostra giurisdizione sul caso obbligandoli a non rientrare a Kochi. «La magistratura italiana non ha proceduto pur avendo aperto un fascicolo. E il 3 gennaio (i marò) dovrebbero rientrare in India. È inaudito e vergognoso per l'Italia, che ciò possa accadere. Da una parte voglio invocare il principio della obbligatorietà dell'azione penale, ma ancor più desidero rivolgermi al vice presidente del Csm, Michele Vietti, per chiedere un suo urgente intervento» ha dichiarato Enrico Pianetta, il capogruppo del Pdl in commissione Esteri della Camera.
Un colpo di scena sognato da tanti, quello dei marò costretti a rimanere in Italia per venir giudicati dalla nostra magistratura. La realtà dei fatti è stata richiamata ieri con l'Ansa da Vania Girone, la moglie di uno dei due fucilieri di marina: «La licenza di due settimane scade tra due giorni. Hanno una parola: rientreranno in India con l'auspicio che, in breve tempo, la loro vicenda possa avere una soluzione positiva». Stessa lunghezza d'onda per la famiglia Latorre.
Chi invece la pensa all'opposto è il console Mario Vattani, diventato famoso per un concerto fascistoide organizzato da Casa Pound. Il diplomatico, che si candida alle elezioni con la Destra, ha spiegato che «i marò non devono tornare in India per nessun motivo. Se fossimo francesi, inglesi o americani, li rimanderemmo in India? In tal caso molto probabilmente non ci sarebbero neanche mai entrati».

Il governo indiano è convinto che i marò torneranno in India: «L'Italia ha assicurato che rientreranno nelle prima settimana di gennaio». Salvo colpi di scena dell'ultima ora Latorre e Girone partiranno nel pomeriggio di oggi per Kochi. Dopo uno scalo negli Emirati Arabi arriveranno in India venerdì.
«Con il loro ritorno abbiamo una ragionevole aspettativa che la decisione della Corte suprema sulla giurisdizione subisca un'accelerazione e la concreta speranza che sia favorevole all'Italia» dichiara al Giornale il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura.
La più alta Corte indiana ha ripreso i lavori il 2 gennaio, ma per il caso 135, relativo ai marò, non è stata ancora fissata alcuna udienza per la sentenza. Girone e Latorre dovranno presentarsi davanti al tribunale di Kollam il 15 gennaio per rispondere dell'accusa di omicidio volontario dei due pescatori indiani. Fino ad oggi le udienze sono state rinviate in attesa della decisione della Corte suprema, che secondo alcune fonti dovrebbe arrivare a fine mese.
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