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Obama arruola Marchionne nel video contro Romney

A pochi giorni dalle presidenziali, l'ad di Fiat "spunta" in uno spot di Obama e critica il candidato repubblicano: "Del tutto inaccurato, chiaramente fuorviante"

"Romney style: how to destroy your campaign credibility in 5 easy steps". Cioè: "Lo stile di Romney: come distruggere la credibilità della tua campagna in cinque facili passi". È questo il titolo dello spot della campagna del presidente uscente Barack Obama in cui si torna sulla vicenda delle parole del canidato repubblicano Mitt Romney sulla Chrysler ("Obama l’ha venduta agli italiani che vogliono fabbricare la Jeep in Cina"), affermazioni che nei giorni scorsi sono state contestate dalla Casa Bianca, dai media americani ed infine smentite dall'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne in una mail inviata ai dipendenti del gruppo Chrylser.

Dopo le smentite arrivate direttamente da Chrysler e General Motors, lo staff elettorale di Obama è pronto a lanciare un nuovo spot per respingere l’accusa che l’azienda automobilistica salvata dal presidente abbia poi deciso di investire in Cina, piuttosto che in America. Uno spot in cui si bolla come "cinica" la strategia del candidato repubblicano. "Del tutto inaccurato, chiaramente fuorviante... così la stampa ha definito gli ultimi spot di Mitt Romney in cui si afferma che vengono creati posti di lavoro in Cina", afferma lo spot del presidente americano. "Noi sappiamo la verità, Mitt", continua la voce narrante. Viene, quindi, ritrasmesso un passaggio televisivo in cui il candidato repubblicano si dichiarava favorevole alla bancarotta dell’azienda automobilistica di Detroit. Martedì scorso lo stesso Marchionne aveva inviato una lettera ai dipendenti di Chrysler per respingere l’accusa mossa agli "italiani che vogliono costruire le jeep in Cina", come recitato in uno spot diffuso nello Stato dell’Ohio. "La produzione Jeep non verrà spostata dagli Stati Uniti alla Cina. È inesatto affermare qualcosa di diverso", ha dichiarato l'ad del gruppo torinese.

Quindi la General Motors aveva smentito un altro spot di Romney, diffuso sempre in Ohio, in cui l’azienda Usa veniva accusata di aver usato i soldi del governo per assumere lavoratori in Cina: "Siamo evidentemente entrati in qualche universo parallelo in questi ultimi giorni - ha detto il portavoce GM, Greg Martin - nemmeno il peggior cinismo della campagna elettorale sminuirà i nostri risultati sulla creazione di posti di lavoro negli Stati uniti e sul rientro di profitti in questo Paese".

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