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Odessa, nazionalista ucraino spara contro le persone intrappolate dall'incendio

Il premier ucraino Arseni Iatseniuk ammette che la polizia non ha fatto abbastanza per impedire le violenze. Ma sull'incendio della casa dei sindacati è scambio di accuse con Mosca

Odessa, nazionalista ucraino spara contro le persone intrappolate dall'incendio

Un uomo che spara verso la casa dei sindacati di Odessa, dove decine di persone sono intrappolate da un incendio. Indossa un giubbotto antiproiettile e porta al braccio una fascia gialla e blu, i colori nazionali dell'Ucraina. Fa fuoco impugnando l'arma con due mani: le immagini arrivano da un video amatoriale pubblicato da Russia Today e postato su Youtube.

È sabato, e a Odessa infuriano gli scontri tra nazionalisti ucraini e indipendentisti filorussi. Sono coinvolti anche diversi ultras delle squadre calcistiche locali, le armi iniziano a circolare sempre più frequentemente. Quando nella casa dei sindacati scoppia l'incendio, che secondo fonti della polizia locale potrebbe essere stato appiccato da manifestanti pro-Maidan, in decine rimangono intrappolati. Moriranno 38 persone, in molti presumibilmente si affacciano alle finestre per tentare di sfuggire al fumo soffocante.

In questo scenario l'uomo apre il fuoco verso la facciata dell'edificio, esplodendo almeno tre colpi in rapida successione. Intorno a lui diverse persone, in abiti borghesi, osservano la sparatoria. In un secondo filmato si vede l'uomo, che risponderebbe al nome di Sotnik Nikolai, parlare al telefono circondato da diversi uomini dell'esercito e della polizia ucraina. "Qua ci sono attivisti filorussi. Sono tutti armati. Sono aggressivi, hanno esplosivi, bottiglie incendiarie, di tutto - dice in torno concitato - I miei uomini sono andati con le mani vuote, quattro sono feriti ed anche io ho la gamba ferita. Loro hanno occupato il nostro ufficio ed hanno cominciato ad attaccare." Affermazioni che paiono smentite dalle immagini, in cui l'uomo è ripreso senza apparenti ferite.

Intorno, decine di poliziotti osservano la scena senza battere ciglio. E gli episodi in cui forze armate "regolari" convivono pacificamente o addirittura chiedono forniscono sostegno ai nazionalisti pro-Maidan si moltiplicano giorno dopo giorno.

Intanto il premier ucraino Arseni Iatseniuk, giunto ad Odessa in aereo, ha ammesso che la polizia "non ha fatto nulla per fermare i disordini", annunciando l'adozione di misure adeguate a punire eventuali irregolarità. Nel frattempo, però,lo stesso Iatseniuk si è scagliato contro la Russia, accusata di aver "fomentato un piano per distruggere l'Ucraina", piano di cui sarebbe parte anche l'incendio di Odessa.

Da Mosca rispondono con altre accuse, in un botta e risposta che continua a far crescere la tensione.

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