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Rossella è prigioniera di un grande intrigo (e di tante menzogne)

La notizia della falsa liberazione della Urru sfruttata dai terroristi per alzare la posta. Con i media complici

Rossella è prigioniera di un grande intrigo (e di tante menzogne)

La falsa notizia della liberazione di Rossella Urru, la cooperante nelle mani di una banda di tagliagole islamici da 4 mesi, non può essere solo una bolla mediatica nata da media locali, rilanciata dalla potente Al Jazeera e alimentata, come mai era accaduto prima in casi di rapimenti internazionali, da qualche testata italiana. Non è escluso che si tratti di un gioco al massacro con fini oscuri, che per il momento ha sicuramente dilaniato i familiari di Rossella. L'obiettivo: alzare la posta della liberazione, far pressione nel momento in cui il ministro degli Esteri spagnolo era in visita in Mali per occuparsi dei due ostaggi di casa sua rapiti assieme alla nostra Urru. Oppure mettere in imbarazzo la Farnesina e l'Unità di crisi, che per ore ha continuato a non confermare la liberazione passando per oscuri censori.
Il supposto scambio fra Rossella Urru e terroristi prigionieri si è sciolto come neve la sole nello spazio di una nottata. Il famoso gendarme mauritano che doveva venir liberato assieme all'italiana, dopo il rilascio di un sospetto terrorista dalle carceri locali, non è mai tornato a casa. Sembra che sia solo slittato di una settimana l'ultimatum per tagliargli la testa. Lo stesso giornale on line Sahara media, che sabato mattina aveva strombazzato la liberazione di Rossella, si sarebbe prestato al gioco al massacro. «La notizia su un accordo tra il governo mauritano e Al Qaida, per la liberazione di Rossella Urru e del poliziotto mauritano, è falsa» ha affermato alle agenzie una gola profonda che lavora al sito.
Pure al Jazeera, che ha rilanciato nel mondo la notizia della liberazione, fa marcia indietro. A questo punto è lecito chiedersi quali siano le «fonti investigative qualificate» citate sabato sera dall'Adn Kronos che confermavano la liberazione. E come mai altre testate come Sky Tg 24 davano per certa la notizia. Per non parlare della bufala su Rossella già consegnata ai mediatori italiani. A tal punto che da Fiorello, in prima linea per la liberazione, ai politici di ogni schieramento, si faceva a gara nel cantare vittoria. Margherita Boniver, che più volte si è occupata, come inviata speciale della Farnesina, di casi così delicati ha spiegato a Il Giornale: «Non c'era alcuna liberazione. Siamo di fronte ad una fuga di notizie provocatoria con chissà quali fini».
Non solo: è la prima volta che l'annuncio infondato sulla liberazione di un ostaggio si autoalimenta a dismisura e ancora non sembra scemare. La stessa Unità di crisi della Farnesina bombardata da notizie che davano per certa la liberazione ha avuto dei dubbi e si è messa a controllare se qualcosa, sul terreno, fosse sfuggito, ma purtroppo non era così.
Le ipotesi variano dalla banale bolla mediatica che si autoalimenta grazie al «verbo» di Al Jazeera, al tentativo dei sequestratori di creare un polverone per alzare il prezzo della liberazione. Sabato era in visita in Mali il ministro degli Esteri di Madrid, Josè Manuel Garcia-Margallo. Con il presidente maliano, Amadu Tumani Turè, ha affrontato la «questione degli ostaggi occidentali e, in particolare, quella dei due spagnoli» rapiti con Rossella. L'unica notizia trapelata è che «stanno bene». Nella palude terrorista del Sahara tutto è possibile e Rossella potrebbe tornare a casa nel giro di poche ore, ma il problema di fondo è che l'Italia ha poche «antenne» nelle zone dove operano i talebani d'Africa.
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