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Il ruggito di Mosca su Kiev: "Minaccia i nostri interessi"

Il premier Medvedev accusa i rivoluzionari di metodi "dittatoriali e terroristici". Segnalati movimenti di truppe russe al confine. DIARIO DA KIEV

Uno dei manifesti per le strade di Kiev che immortala il deposto presidente Yanukovich sotto la scritta "Avete visto quest'uomo?"
Uno dei manifesti per le strade di Kiev che immortala il deposto presidente Yanukovich sotto la scritta "Avete visto quest'uomo?"

Kiev - L'orso russo si risveglia dal letargo delle Olimpiadi invernali e comincia a ringhiare sull'Ucraina con toni da ultimatum. Il leader del partito ultranazionalista Svoboda denuncia addirittura movimenti di truppe di Mosca ai confini. Mancano conferme, ma il sito vicino all'intelligence israeliana «Debka file» aggiunge dettagli allarmanti: le truppe che avevano garantito la sicurezza delle olimpiadi di Sochi sarebbero state mobilitate.
Intanto l'ex presidente Viktor Yanukovich è rincorso da un mandato di cattura per la strage dei rivoluzionari uccisi dai cecchini. Kiev rischia la bancarotta e non è chiaro chi comandi al ministero della Difesa.

Il premier russo Dmitri Medvedev ha contestato senza mezzi termini «la legittimità» del nuovo potere rivoluzionario a Kiev. E aggiunto che la situazione in Ucraina «rappresenta una minaccia per i nostri interessi e per la vita dei nostri cittadini». Il capo del governo russo riferendosi ai rivoluzionari sottolinea che «la gente armata e a volto coperto non è un partner con cui poter dialogare». In un duro comunicato il ministero degli Esteri russo denuncia che a Kiev stanno emergendo tendenze «dittatoriali» e «metodi terroristici». Mosca evidenzia gli «inviti a bandire la lingua russa, eliminare partiti, organizzazioni e chiudere le testate giornalistiche dissenzienti». I russi forse esagerano, ma assestano un colpo secco anche al Vecchio continente: «Nella posizione di alcuni politici europei si intravede non preoccupazione per il destino del Paese, ma interessi geopolitici».

Oleh Tyahnybok, leader ultranazionalista di Svoboda, ha chiesto al ministero della Difesa di controllare le notizie di ammassamento di truppe russe al confine ucraino. Le guardie di frontiera non hanno notato, però, movimenti sospetti. A Sebastopoli, nella base in Crimea della flotta russa nel Mar Nero, sta arrivando una nave con 200 commandos, secondo Tyahnybok. La Marina di Mosca ha pieni poteri, anche se il territorio è ucraino.
Non a caso l'ex presidente Yanukovich è stato segnalato a Balaclava, in Crimea, presso una residenza privata da dove si sarebbe spostato verso Sebastopoli con un aiutante e la scorta. Sulla sua testa è stato emesso un mandato di cattura per la strage in piazza Maidan. E ieri è trapelato immancabile il gossip sulle foto trovate nella tenuta presidenziale a 20 chilometri da Kiev di Yanukovich con Liubov Polezhai, l'amante di 24 anni più giovane dell'ex capo dello stato. Yanukovich non ha mai divorziato dalla moglie Liudmila sposata nel 1972, ma la donna vive da tempo lontano dal marito.

Anche il ministro della Difesa, Pavlo Lebedev, voluto dall'ex presidente, si è trasferito proprio a Sebastopoli sua città natale «per motivi di salute». Il parlamento rivoluzionario ha nominato come facente funzioni il generale Volodymyr Zamana, ex capo di stato maggiore silurato da Yanukovich, ma non si capisce bene chi comandi. Al vertice resta l'ammiraglio Yuri Ilin che il presidente deposto aveva chiamato al posto di Zamana a capo delle forze armate.
La strada del nuovo governo rivoluzionario, che dovrebbe venir annunciato oggi, è tutta in salita. Il premier incaricato potrebbe essere Arseniy Yatsenyuk uno dei leader dell'opposizione, gradito agli Usa, che ha tenuto in piedi il partito Patria di Yulya Timoshenko durante la sua carcerazione. Se così fosse la discussa eroina ucraina avrebbe piazzato i suoi uomini nei posti chiave: premier, capo dello stato ad interim e ministro dell'Interno. Tutto pronto in vista delle elezioni presidenziali del 25 maggio. Anche gli utranazionalisti stanno organizzando le loro pedine: ieri il parlamento ha nominato Oleg Makhnitski, membro di Svoboda, nuovo procuratore generale.
La vera mannaia è il rischio di un crac economico. L'Ucraina ha bisogno urgente di 25 miliardi di euro. La Russia ha già fato sapere che non erogherà gli ulteriori 8 promessi a Yanukovich. In soccorso ai rivoluzionari sta arrivando l'Europa, che ha promesso 20 miliardi. Non a caso l'ex ministro dell'Economia di Kiev, Bohdan Danylyshyn, è a Bruxelles per preparare un accordo di associazione dell'Ucraina all'Ue.
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