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I talebani: "Liberiamo soldato Usa in cambio di 5 prigionieri di Guantanamo"

Si tratta del sergente Robert Bergahl, rapito il 30 giugno 2009. A Doha intanto slittano gli incontri preliminari di pace per l’Afghanistan. Kerry è atteso per sabato

I talebani: "Liberiamo soldato Usa in cambio di 5 prigionieri di Guantanamo"

Mentre lavorano sul fronte diplomatico a Doha (Qatar) cercando di trovare un accordo, sul futuro dell'Afghanistan, direttamente con gli americani (cosa che fa infuriare Karzai), l'ala militare dei talebani propone agli Usa uno scambio di prigionieri. Chiedono la liberazione di cinque detenuti del carcere di Guantanamo e, in cambio, propongono il rilascio del sergente Bowe Bergdahl, catturato il 30 giugno 2009. E' l’unico soldato americano fatto prigioniero in Afghanistan. Si ritiene possa essere in Pakistan. A formulare la "proposta indecente" agli americani è un portavoce talebano, Shaheen Suhail, in un'intervista all'Associated Press. "Prima deve avvenire il rilascio dei detenuti - fa sapere il portavoce - i talebani vogliono costruire ponti di fiducia". L'offerta di scambio prigionieri arriva in un momento di grande tensione in vista dei colloqui che dovrebbero aprirsi a giorni in Qatar, che hanno scatenato la dura reazione del presidente afghano Hamid Karzai.

I talebani vogliono trattare con gli Stati Uniti come primo interlocutore nei colloqui. Su questo non transigono: "Prima parliamo con gli americani delle questioni che riguardano noi e loro, perché la concretezza di quelle questioni è solo nelle loro mani". Poi arrivano le condizioni: "Vogliamo che le truppe straniere siano ritirate dall’Afghanistan. Se ci sono truppe nel Paese, allora la guerra continuerà". Il segretario di Stato Usa, John Kerry, è atteso a Doha sabato, per la conferenza degli "Amici della Siria". In quell'occasione dovrebbe incontrare i talebani.

Salta l'incontro a Doha

Niente incontro preliminare, a Doha, tra Stati Uniti e talebani. La "frenata" di Washington arriva dopo l'arrabbiatura di Karzai, che teme di essere messo in secondo piano, nel processo di pace, dalle trattative dirette tra i talebani e Washington. Il presidente afgano si è molto indispettito anche per un cartello posto davanti al nuovo ufficio dei talebani a Doha con la scritta "Emirato Islamico di Afghanistan", il nome che i talebani usavano quando erano al potere. Alcune ore dopo la "provocazione" è stata rimossa.

I talebani, intanto, come sottolinea il loro rappresentante a Doha, Mohamed Naeem, proseguono l'offensiva diplomatica: si dicono disposti a partecipare ad un governo di unità in Afghanistan, e sottolineano la volontà di negoziare con Karzai: "Dovrà essere un governo al quale possano partecipare tutti i rappresentanti del nostro popolo, che
dia agli afgani la speranza che il loro Paese appartenga loro" ha spiegato Naeem in un’intervista concessa alla rete televisiva Rfe/Rl. "La nostra politica è chiara: il problema afgano ha due aspetti, e quello fondamentale è l’occupazione del Paese da parte di truppe straniere: all’aspetto di politica interna penseremo dopo aver risolto i problemi con gli stranieri".

Kabul è molto diffidente. Dice di voler "partecipare alle discussioni di pace con in talebani", ma "i segnali di guerra inviati contemporaneamente all’apertura degli uffici a Doha sono contrari alla volontà di pace" del governo afgano, si leggeva in un comunicato della Presidenza che faceva riferimento all’attacco contro la base aerea di Bagram avvenuto nella notte fra martedì e mercoledì e costato la vita a quattro militari americani. "L’evolversi della situazione dimostra che dietro l’apertura degli uffici talebani nel Qatar vi sono delle potenze straniere" concludeva il comunicato, senza fornire ulteriori dettagli.

E sul campo si continua a combattere

Nonostante le prove di dialogo l’attività militare prosegue invariata. La Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) oggi fa sapere di avere ucciso "16 nemici dell’Afghanistan nelle ultime 24 ore" nell’est del Paese. Nel suo rapporto l’Isaf indica che le operazioni in cui sono stati uccisi i nemici sono avvenute nelle province orientali di Ghazni, Laghman, Nangarhar, Paktika e Parwan.

Da parte loro i talebani, nell’ultimo bollettino pubblicato nella loro pagina internet, hanno reso noto che durante una battaglia con armi leggere e pesanti ieri nel distretto di Bala Baluk (provincia occidentale di Farah) "25 mercenari sono stati uccisi e 30 feriti".

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