Mondo

Ucraina, nella notte telefonata di un'ora Obama-Putin

Washington ha chiesto l'invio di osservatori internazionali e il ritiro delle truppe russe, dal Cremlino però frenano: "Agiamo in conformità col diritto internazionale"

Obama e Putin al G20
Obama e Putin al G20

È stata una notte ricca di sviluppi per la crisi ucraina, iniziata con una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu a New York, e conclusa con un comunicato della Casa Bianca che dà conto dell'ennesima telefonata tra Angela Merkel e Barack Obama.

La riunione delle cinque potenze maggiori che siedono al vertice dell'Onu (e dei dieci membri non permanenti) ha visto la Russia estremamente isolata, almeno nelle parole della rappresentante Usa al Palazzo di Vetro, Samantha Power: il resto della comunità internazionale rappresentata in Consiglio di Sicurezza, spiega la Power, chiede l'accesso in Ucraina, Crimea compresa, degli osservatori internazionali, e protesta contro il referendum che dovrebbe portare all'indipendenza della repubblica autonoma. "Quel referendum è illegale, illegittimo e viola la costituzione ucraina", prosegue l'ambasciatrice a stelle e strisce alle Nazioni Unite, "Non è troppo tardi per inviare osservatori, ma ogni giorno che passa aumenta il rischio di un'escalation militare. Mosca deve permettere a osservatori dell'Onu e dall'Osce di "raccogliere informazioni sul posto in modo che non possano continuare a essere manipolate come abbiamo visto."

Nel frattempo la Camera dei Rappresentanti di Washington ha approvato una proposta di legge proveniente da Obama che prometteva un miliardo di dollari in garanzie sui prestiti all'Ucraina; la Commissione Europea ha stanziato un pacchetto di aiuti da undici miliardi di euro.

Verso le 18.30 ora di Washington (circa mezzanotte e mezza in Italia) la Casa Bianca ha reso noto che tra Obama e Putin c'è stato un colloquio telefonico di un'ora, in cui il Presidente Usa ha riferito che le azioni russe "violano la sovranità dell'Ucraina e la sua integrità territoriale". Obama auspica una risoluzione diplomatica della questione, "com'è anche negli interessi della Russia". "I governi dell'Ucraina e della Russia dovrebbero avere colloqui diretti, facilitati dalla comunità internazionale", prosegue Obama, "e le forze russe dovrebbero rientrare nelle loro basi." Dalla Casa Bianca assicurano poi che tra il Segretario di Stato Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov, che si sono incontrati anche ieri a Roma, c'è un dialogo costante e ininterrotto.

Poco dopo quello della Casa Bianca, anche Mosca ha rilasciato un comunicato relativo alla telefonata notturna tra Putin e Obama: "Il presidente della Russia" - si legge nella nota del Cremlino - "ha ribadito l'importanza delle relazioni russo-americane per assicurare la stabilità e la sicurezza nel mondo. Queste relazioni non dovrebbero essere sacrificate da problemi internazionali isolati, anche se estremamente importanti." Le relazioni russo-americane non sono però così tranquille come questi due comunicati potrebbero lasciar supporre: da Mosca è stato ribadito che tra le due potenze continuano a sussistere "significative" differenze di visione, e Obama dal canto suo ha parlato di sanzioni a quei cittadini russi o ucraini "responsabili o complici delle minacce alla sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina", e ha ribadito la propria opposizione al referendum organizzato in Crimea per sancire l'indipendenza da Kiev.

Putin ha replicato con durezza, affermando che "le attuali autorità ucraine sono arrivate al potere per mezzo di un golpe anticostituzionale, senza un mandato a livello nazionale, e impongono decisioni assolutamente illegittime. La Russia non può ignorare la richiesta di aiuto e sta agendo in piena conformità con il diritto internazionale." Obama però non transige: la comunità internazionale potrà aiutare il popolo ucraino a preparare le elezioni di maggio, per garantire il rispetto dei diritti "di tutti gli ucraini, compresi i russi", spiegano da Washington. Una richiesta, quest'ultima, che Putin avrebbe accettato.

Nelle stesse ore è stato reso noto che Viktor Yanukovych, per cui ieri le autorità ucraine avevano chiesto un mandato di cattura all'Interpol, è ricoverato in ospedale a Mosca in gravi condizioni. Il quotidiano russo "Moskovski Komsomolets" parla di un probabile infarto, specificando però che non ci sono ancora conferme ufficiali.

In mattinata è arrivata la reazione, per la verità non troppo preoccupata, dell'ambasciatore russo presso l'Ue, Vladimir Cizhov, alla minaccia di sanzioni progressive deliberate ieri dall'Unione: "il documento del vertice dei leader europei non aggiunge nulla di nuovo alle relazioni tra Mosca e Bruxelles e comunque l'Ucraina e la soluzione della crisi politica in quel paese sono un obiettivo molto più importanti per noi", ha dichiarato il diplomatico di Mosca.

Nel pomeriggio il colosso dell'energia Gazprom, strettamente legato al presidente Putin da interessi politici ed economici, è tornato a minacciare l'interruzione delle forniture di gas all'Ucraina se Kiev non salderà i suoi debiti.

Commenti