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Ucraina, Yanukovich non esclude le elezioni anticipate

Il presidente ucraino fa sapere che potrebbe convocare elezioni anticipate qualora non riuscisse a raggiungere un’intesa con l'opposizione. Ma ammonisce: in poco tempo siamo in grado di sgomberare le piazze

Ucraina, Yanukovich non esclude le elezioni anticipate

Tension ancora altissima in Ucraina. Il presidente Viktor Yanukovich fa sapere di essere disposto a convocare elezioni anticipate qualora non riuscisse a raggiungere un’intesa con le forze di opposizione. A ribadirlo è Yuriy Miroshnichenko, suo rappresentante personale nel parlamento (Rada Suprema). "Se noi politici non siamo capaci di metterci d’accordo, di arrivare a un compromesso e di attuarlo, allora l’unica soluzione democratica per risolvere l’attuale situazione consiste nel tenere elezioni anticipate". Questo concetto sarebbe stato espresso da Yanukovich lo scorso fine settimana, durante una riunione con i deputati del suo "Partito delle Regioni".

"Esistono due scenari possibili", ha spiegato il presidente filo-russo. "Il primo contempla lo sgombero degli edifici pubblici occupati e un’amnistia. Il secondo sono le elezioni anticipate. L’amnistia però non sta funzionando, per cui voi andrete alle urne e io pure". Ma a cosa si riferisce Yanukovich? A una legge, da poco approvata, che prevede il rilascio dei manifestanti arrestati, purché non abbiano compiuto reati molto gravi. Rilascio però subordinato alla fine delle occupazioni. Da parte sua l'opposizione non ci sta: chiede, anzi pretende la scarcerazione senza condizioni.

Se da un lato Yanukovich mostra il ramoscello d'ulivo, dall'altro fa sapere che le autorità hanno i mezzi necessari per porre fine alle barricate. Ma, pare che abbia detto, "mai faremo ricorso alla forza perché anche i manifestanti sono nostri connazionali". Inoltre "non ci sarà lo stato di eccezione", ha puntualizzato Miroshnichenko.

Al momento però non c'è alcun accordo tragoverno e opposizioni. E manca anche un'intesa di massima con il presidente della Rada, Volodymyr Rybak, sull’inserimento all’ordine del giorno dei dibattiti proposti dai partiti di opposizione: uno su un disegno di legge costituzionale che prevede il ritorno alla Costituzione del 2004, limitando i poteri del presidente. L'altro su una nuova e più ampia amnistia. Arseniy Yatsenyuk, leader dell’Unione Pan-Ucraina Patria (il partito dell’ex premier Yulia Tymoshenko), ieri aveva annunciato di voler mettere entrambi i provvedimenti subito in votazione.

Intanto la diplomazia è al lavoro. Catherine Ashton, capo della politica estera europea, è in arrivo a Kiev (la terza volta da dicembre, la seconda in una settimana.

Stati Uniti e Russia, dal canto loro, non stanno a guardare.

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