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Wikileaks colpisce ancora: sottratte 5 milioni di mail a un'agenzia di intelligence

La rete di Assange ha avuto accesso alla corrispondenza della società di intelligence Usa. Tra le "gole profonde" di Stratfor un ambasciatore italiano

Wikileaks colpisce ancora: sottratte 5 milioni di mail a un'agenzia di intelligence

Wikileaks torna a farsi sentire e dopo un periodo di calma annuncia online di avere avuto accesso a 5 milioni di mail recuperati dai server della Stratfor, società privata di analisi geopolitica e intelligence statunitense.

L'operazione, ribattezzata The global Intelligence Files, renderà disponibile la corrispondenza della società. Difficile dire come Wikileaks, che non lo dichiara, abbia ottenuto i file, ma l'attacco di Anonymous lo scorso 24 dicembre fa pensare a un link diretto tra i due avvenimenti. Wikileaks ad ogni modo è entrata in possesso della posta connessa a circa 4.000 utenti, dei quali sono stati trafugati i dati. 

Il "colpo" è particolarmente importante visto che la Stratfor è impegnata in prima linea nella lotta alla pirateria informatica. Il materiale messo online interessa un periodo che va dal 2004 al 2011 e, a sentire la rete fondata da Julian Assange, metterà a nudo la "rete di informatori, i pagamenti a loro effettuati, le tecniche di riciclaggio di denaro e i sistemi di pressione psicologica usati da Stratfor". Come già in precedenza Wikileaks si è rivolta a 25 testate mondiali, tra le quali anche le italiane Repubblica e L'espresso, per analizzare i documenti raccolti.

Secondo quanto dichiara L'espresso tra gli informatori messi a nudo nei documenti ci sarebbe anche un ambasciatore italiano, del quale però non viene fatto il nome.

Immediata la risposta di Stratfor al "presunto" leak. Secondo la società la corrispondenza pubblicata potrebbe essere stata "manipolata, contraffatta, e contenere imprecisioni". Sempre Stratfor definisce l'atto un tentativo di intimidazione per costringerli al silenzio e sottolinea che da parte loro non ci sarà nessun commento né l'autenticazione delle mail.

 "Siamo stati derubati", sottolineano, "doverne rispondere significherebbe essere due volte vittime".

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