Qatargate

Spunta pure un "pentito". Il Qatargate detona a Bruxelles e Strasburgo

Negli uffici del parlamento europeo ci sono i sigilli negli uffici di due europarlamentari del Pd e la "Italian connection" spaventa i socialisti

Spunta pure un "pentito". Il Qatargate detona a Bruxelles e Strasburgo

C'è un pentito nel Qatargate: la Repubblica rivela che tra le persone coinvolte dall'indagine della procura belga, una avrebbe deciso di parlare e di indicare gli attori dello scandalo che ha minato la credibilità del parlamento. Stando a quanto riferisce il Fatto Quotidiano, a parlare potrebbe essere stato qualcuno del sindacato (International Trade Union Confederation) guidato da Luca Visentini, che fa parte del gruppo di persone arrestate e poi rilasciate. Dalle sue parole è stata individuata la "rete di Panzeri", una lista di persone che hanno collaborato con l'ex parlamentare del Pd e dalla quale è emersa la cosiddetta "Italian connection". Ma sono state anche chiarite le dinamiche dell’attività della Ong "Fight Impunuty", al centro dell'inchiesta e dalla quale ieri si è dimessa anche Emma Bonino, dopo Federica Mogherini.

Nel gruppo dei socialisti europei S&D c'è il panico, come si intuisce dalle autosospensioni che sono iniziate no appena la procura belga ha iniziato a indagare sul caso. Ieri, Marc Tarabella si è sospeso dal gruppo parlamentare, Andrea Cozzolino ha reso noto di rinunciare all'incarico di coordinatore del gruppo per le emergenze, Marie Arena si è dimessa da presidente della commissione per i diritti umani (Droi) e Pietro Bartolo si è dimesso da relatore ombra per il dossier della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), sulla liberalizzazione dei visti.

A Strasburgo è iniziata l'assemblea plenaria del parlamento europeo ma nel frattempo, seguendo le indicazioni fornite dal "pentito", la procura belga ha fatto irruzione negli uffici del Parlamento e posto alcuni sigilli. A essere state interdette sono le stanze degli assistenti di due eletti al parlamento europeo con il Partito democratico: quello di Francesco Giorgi, assistente di Andrea Cozzolino, e quello di Federica Garbagnati, assistente di Alessandra Moretti. Entrambi erano stati assistenti di Antonio Panzeri, che resta in carcere. Entrambi i deputati si sono detti all'oscuro della vicenda e non risultano indagati ma i media belgi hanno già messo la loro posizione sotto la lente di ingrandimento.

Dopo aver trascorso anni e anni nelle stanze del parlamento europeo, Francesco Giorgi ha anche trovato l'amore tra Strasburgo e Bruxelles: il vicepresidente del parlamento europeo Eva Kaili, ora in carcere come il suo compagno. Nell'abitazione dell'eurodeputata belga, e nei borsoni trasportati da suo padre, sono stati trovati circa 750mila euro in contanti, in tagli da 20 e da 50 euro. E ora l'antiriciclaggio greco ha congelato i suoi beni. In carcere con loro si trova anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della Ong No Peace Without Justice, fondata da Emma Bonino negli anni Novanta.

La sede di questa Ong a Bruxelles si trova nello stesso palazzo di quella di Antonio Panzeri, della quale la stessa Bonino era, appunto, parte. La ong di Panzeri sembra essere il cuore dell'indagine, perché c'è un sospetto, ancora più grave, che turba gli inquirenti: i soldi ritrovati potrebbero non essere quelli ricevuti come somma corruttoria ma quelli che sarebbero potuti servire per ipotizzare nuove corruzioni verso gli europarlamentari. Se l'ipotesi investigativa fosse corretta, si aprirebbero altri scenari ancora più foschi.

Intanto, la moglie e la figlia di Panzeri si trovano agli arresti domiciliari nella loro villa nei pressi di Bergamo: è plausibile a ore una richiesta di estradizione.

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