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"Macron lo vuole alla Commissione Ue". Ma Draghi smentisce

Una fonte vicina all'ex presidente del Consiglio nega il piano di Macron riportato da Repubblica. Tajani: "A febbraio confermeremo von der Leyen"

"Macron lo vuole alla Commissione Ue". Ma Draghi smentisce

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È una pioggia di indiscrezioni quella che si sta riversando sull'Unione europea nelle ultime ore. Tutto è partito da un articolo pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica, che scrive di un piano del presidente francese Emmanuel Macron per piazzare alla guida della Commissione il prossimo anno Mario Draghi, l'ex banchiere già presidente del Consiglio italiano che non riveste più cariche pubbliche dal 2022.

L'ipotesi Draghi (già smentita)

L'idea di Macron sarebbe più o meno simile a quella avuta nel 2019, quando il nome di Ursula von der Leyen fece uscire Bruxelles da una lunga impasse costituendo un'ampia maggioranza, la cosiddetta maggioranza Ursula. La popolare tedesca, nel disegno di Parigi, cambierebbe soltanto indirizzo, rimanendo sempre a Bruxelles ma come segretario generale della Nato. E l'esperienza certo non le mancherebbe, avendo già rivestito il ruolo di ministro della Difesa della Germania. Tuttavia i sogni del capo dell'Eliseo rischiano di infrangersi ancor prima di iniziare.

Una fonte vicina a Draghi sentita dall'agenzia di stampa Reuters ha smentito il retroscena del quotidiano italiano, poiché il diretto interessato "non sarebbe interessato" all'incarico. L'ufficio della presidenza francese non commenta queste voci e alla fine a intervenire è il Paese che, almeno secondo il resoconto di Repubblica, si sarebbe trovato nella posizione scomoda di dover decidere se avallare o meno il ritorno di "Super Mario" ai vertici dell'Ue.

Il Ppe punta sulla von der Leyen

"I trattati prevedono che il presidente della Commissione Ue venga individuato tenendo conto dei risultati dell'elezione del nuovo Parlamento europeo. Noi popolari europei terremo il nostro Congresso in marzo a Bucarest e credo proprio che confermeremo la candidatura di Ursula von der Leyen". Così si è espresso il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo alle domande dei giornalisti a Fabriano alla Comunità papa Giovanni XXIII di don Aldo Buonaiuto, per partecipare da padrino al battesimo di una bimba nigeriana riunita alla madre, ospite della comunità. "Bisognerà attendere il responso del voto popolare e decidere sulla base di quello che indicheranno i cittadini europei", ha precisato il leader di Forza Italia.

Il meccanismo a cui allude Tajani, quello dello spitzenkandidaten, non è stato ancora ufficializzato come in passato dagli altri gruppi europei, i quali saranno chiamati a decidere se designare o meno un candidato di punta. D'altronde von der Leyen non è stata scelta attraverso tale procedura: la sua elezione è arrivata dopo intense settimane di trattative condotte sulla base dei risultati elettorali. E salvo clamorosi exploit da parte delle altre forze politiche, anche nel 2024 la coalizione più probabile a governare l'Unione europea dovrebbe essere quella composta da popolari, socialisti e liberali.

Una vittoria delle compagini sovraniste potrebbe rovesciare gli equilibri storici che da decenni resistono nelle istituzioni europee, ma al momento questo appare un orizzonte quantomai prematuro da ipotizzare.

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