Europa

"Rischio con ordine pubblico e sicurezza". Salvini precetta lo sciopero del 19 e 20 maggio

Matteo Salvini spiega le sue scelte per le liste delle Europee ma anche la sua posizione sulla guerra in Ucraina e la pianificazione dei progetti per le grandi opere. E intanto firma la precettazione dello sciopero del 19 e 20 maggio

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Ospite di Paolo Del Debbio su Rete Quattro, Matteo Salvini ha parlato a 360 gradi dell'attualità politica, spaziando dall'Europa, con le imminenti elezioni che si terranno tra meno di un mese, all'Italia, con i progetti in via di sviluppo che come ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture intende portare a termine. Parlando del futuro dell'Europa e di come vorrebbe che sia dopo le elezioni, il vicepremier ha sottolineato l'importanza di tenere fuori il terrorismo dai confini dell'Unione, con politiche chiare e non opportunistiche con logiche di partito. Intanto, dal Mit viene reso noto che il ministro questa sera ha firmato la precettazione dello sciopero ferroviario del 19 e 20 maggio, in quanto coincide con la manifestazione sportiva "Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna" all'Autodromo di Imola. "L'afflusso di turisti e appassionati stimato è di oltre 200.000 persone. Lo sciopero causerebbe notevoli ripercussioni e problemi di ordine e sicurezza pubblica", spiega il Mit in una nota.

Le elezioni Europee

"La Lega ha fatto una scelta precisa con Vannacci, ha combattuto i terroristi islamici in Iraq e Afghanistan e tenuto alto l'onore dell'Italia nel mondo", ha dichiarato Salvini, che contrappone la candidatura del generale a quella di Ilaria Salis, presente nelle liste di Avs: "È in carcere all'estero con accuse di violenza pesantissime: spero possa rivelarsi innocente, ma se la sinistra vuole mandare in Europa chi è in carcere la Lega risponde offrendo un generale dell'esercito leale e con la schiena dritta". E sulla sua assenza dalle liste della Lega per le Europee, il ministro ha rivendicato la scelta fatta in controtendenza rispetto ad altri leader di partito: "Io sono concentrato sul mio lavoro e ne ho tanto da fare a Roma e in Italia". Per tale ragione, spiega, "ho preferito candidare nella Lega donne e uomini che andranno in Parlamento europeo a fare il proprio lavoro". A Bruxelles, dove Salvini è stato deputato nella precedente legislatura, "deve andare chi combatte per il nostro Paese".

La guerra in Ucraina

Durante la chiacchierata con Paolo Del Debbio, il ministro ha avuto modo di intervenire anche sull'argomento caldo in Europa di questi giorni, ossia la possibilità di inviare truppe europee in Ucraina. Un'idea partita da Emmanuel Macron, che ha trovato in questi giorni la sponda della Lettonia, pronta a inviare i suoi militari a Kiev. Una proposta che trova Salvini completamente contrario: "Quando figure come Macron o Monti dicono che dovremo mandare i nostri figli a combattere e morire in Ucraina io dico assolutamente no". E a tal proposito, riprendendo la polemica sempreverde delle opposizioni, che a ogni elezione sventolano il rischio fascismo in Italia, il vicepremier sostiene che "se a sinistra pensano che in Italia ci sia un regime e possa esserci un ritorno imminente del fascismo allora c'è bisogno di un medico bravo: il rischio principale per l'Italia è la guerra, non il fascismo".

Il ponte sullo Stretto

Uno dei progetti ai quali il vicepremier tiene maggiormente è senz'altro quello del ponte sullo Stretto, il cui cantiere, continua a ribadire, verrà messo in posa entro la fine del 2024. "Io vado avanti e non solo sul ponte sullo Stretto che creerà migliaia di posti di lavoro in terre affamate di lavoro come la Sicilia e la Calabria. La più grande operazione antimafia è creare lavoro, è dare speranza ai ragazzi e ai figli del Sud", ha spiegato Salvini. Il ponte rappresenterà l'elemento di congiunzione della Sicilia con il resto d'Europa e nei progetti per il Mezzogiorno è destinato a diventare un volano per l'economia svantaggiata delle regioni meridionali.

"L'obiettivo è aprire i cantieri del Ponte sullo Stretto entro il 2024", ma anche portare avanti le altre infrastrutture come "l'alta velocità fra Torino e Lione, il tunnel del Brennero, il Mose a Venezia".

Tutto questo nonostante i "professionisti del no, quelli che non si deve fare niente e che hanno tenuto l'Italia ferma per anni. Ma siccome lo stipendio me lo pagano quelli che sono davanti al televisore, il mio lavoro è aprire i cantieri, fare strade, autostrade, ponti e dighe più moderne".

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