Europa

Juncker contro l'Ucraina nell'Ue: "Paese corrotto, non ha i requisiti"

L'ex presidente della Commissione europea ha dichiarato che Kiev non può entrare a far parte dell'Unione perché, a suo avviso, sarebbe un Paese troppo corrotto

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“Nonostante gli sforzi, non ha i requisiti per aderire all’Ue, ma ha bisogno di massicci processi di riforma interna”. Così Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione europea ed ex premier del Lussemburgo tramite un’intervista al quotidiano tedesco Augsburger Allgemeine, è intervenuto sulla possibilità che l'Ucraina possa aderire all'Unione europea. Juncker ha poi aggiunto una nota abbastanza tranchant: "Chi ha avuto a che fare con l’Ucraina sa che si tratta di un Paese corrotto a tutti i livelli della società".

Juncker ha detto che l’Unione, di recente, ha avuto diversi problemi con l’adesione dei Paesi dell’Est per ciò che riguarda lo stato di diritto e un'eventuale adesione dell’Ucraina potrebbe procurare guai simili. L’ex capo della Commissione ha anche detto che "Non bisogna fare false promesse al popolo ucraino che sta soffrendo" e ciò che lo fa alterare parecchio è il fatto che ci siano dei rappresentanti delle istituzioni europee o dei governi europei che vendono illusioni al popolo ucraino, rassicurandoli che potranno entrare a far parte dell’Unione dei 27, in quanto ciò non sarebbe burocraticamente possibile e a monte ci sarebbe una incompatibilità a livello di legislazione interna e di valori.

Tuttavia, Juncker non chiude del tutto la porta all’avvicinamento dell’Ucraina all’Ue: “È necessaria una prospettiva europea per la Moldavia e l’Ucraina che, difendendosi dalla Russia, difende l'Europa e i suoi valori. Deve essere possibile per questi Paesi partecipare a parti dell’integrazione europea. Dovremmo lavorare per rendere possibile qualcosa di simile ad un’adesione parziale, una forma intelligente di quasi-allargamento".

La presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula Von Der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, sono di avviso diverso. Secondo quanto riporta Politico, già a dicembre, i due presidenti sarebbero pronti a fare un annuncio in cui dichiareranno le intenzioni dell'Ue ad aprire dei negoziati con l'Ucraina per avviare il processo di adesione. La stessa Von Der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell'Unione, tenutosi a settembre, aveva detto di non poter escludere nuove adesioni nel futuro prossimo al punto di parlare di Unione a 30 e non più a 27. Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, ha dichiarato, durante il suo ultimo viaggio a Kiev: “Il futuro dell'Ucraina è nell’Unione europea e che la libertà dovra unire tutta la comunità da Lisbona a Luhansk”. Il presidente Zelensky, oltre ad essere impegnato a combattere le truppe russe nelle regioni orientali del Paese, sta anche conducendo una battaglia contro le sacche di corruzione interne alla vita pubblica ucraina, paragonando tale reato al tradimento.

L'Ucraina, al momento, è candidata a entrare a far parte dell'Ue, insieme ad altri Stati quali Albania, Bosnia-Erzegovina, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia. Ogni Paese che è intenzionato a presentare la propria candidatura deve soddisfare i cosiddetti "criteri di Copenaghen", necessari per poter essere ammessi, e che includono stabilità della democrazia, un'economia di mercato funzionante e la disponibilità ad adottare tutta la legislazione europea e la moneta unica. Nel momento in cui un Paese decide di aderire all'Ue, deve sottoporre la sua richiesta al Consiglio, che chiede alla Commissione di valutare le capacità del Paese stesso di soddisfare i criteri di Copenaghen. Sulla base del parere della Commissione, il Consiglio decide un mandato negoziale.

Solo allora si può dire che i negoziati siano effettivamente avviati.

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