Cultura e Spettacoli

Il femminismo ha castrato perfino la letteratura. E lasciateci divertire

Nel delirio femminista ogni desiderio è un segno di sottomissione al maschio. Non si salvano nemmeno Emma Bovary o Anais Nin

Il femminismo ha castrato perfino la letteratura. E lasciateci divertire

Uno spettro si aggira per l'Europa, e non è più il comunismo ma il nuovo femminismo. Insomma, mi sono sempre chiesto quale fosse la sessualità delle femministe senza mai riuscire a immaginarla, perché un simbolo fallico dovrai pur tirarlo fuori prima o poi. Tipo: come saranno sotto le lenzuola le ragazze Zero di Santoro? Zero, forse. Tranne Giulia Innocenzi che sarà uno, perché ha fatto Anno Uno e ha scritto Meglio fottere , un librino sociale che però non c'entra niente col sesso, peccato.

Finché non ho letto un saggio illuminante, Le perversioni femminili - Le tentazioni di Emma Bovary (Cortina, pagg. 346, euro 25) di Louise J. Kaplan, psicanalista statunitense morta nel 2012, e dopo oltre trecento pagine fitte fitte ho capito tutto, cioè niente, però abbastanza per capire che c'è poco da capire. Mi sembra come quando Aldo Busi, né maschilista né femminista ma busista (il più perverso e maniaco di tutti), nel suo Vacche amiche (Marsilio) scrive che la pornografia non gli interessa perché lui ambisce a «una pornografia democratica». Cioè? Le primarie genitali? La Cgil della copulazione organizzata?

Secondo la Kaplan, Emma Bovary è vittima dell'immaginario maschile, perché prima è sottomessa al marito e dopo sottomette l'amante Léon, restando incastrata nella logica dominante/dominatore. Non le va bene neppure Anaïs Nin, perché scriveva soggiogata dall'immaginario maschile. «Una lunga, rispettatissima tradizione “per soli uomini” vuole che la donna sia rappresentata in posizione di sottomissione e umiliazione». Ma come, e tutto l'immaginario delle padrone, delle mistress, delle femmine dominatrici? È immaginario maschile, ribatte la Kaplan, la dominatrice è dominata, e quindi viene guardato con sospetto anche il marchese De Sade, il quale è un maschio che vuole far saltare l'identità di genere, per non parlare del romanzo Histoire d'O , narrativa di massa a uso e consumo dei maschi dominanti e delle femmine sottomesse.

Un elogio viene però dedicato a Valerie Solanas, superfemminista e autrice del manifesto Scum (Società per l'eliminazione dei maschi), perché «ha deciso di contrattaccare il potere del pene, strappando il sole al cielo e dando fuoco all'universo fallocentrico». Talmente intelligente che sparò a Andy Warhol, poverino, il meno fallico di tutti. Segue una lunga serie di elucubrazioni freudiane secondo le quali l'anoressia è colpa della madre ma soprattutto del padre, ti pareva. È necessario arrivare a pagina trecento per trovare il succo: «L'ideale della perversione è l'interscambiabilità delle parti corporee, delle persone, degli oggetti. Questa, però, non è libertà erotica. La nostra sessualità polimorfa ci rende liberi di dare tutte le risposte erotiche che desideriamo. Nella perversione, invece, non c'è libertà ma soltanto coazione, adeguamento rigido a uno stereotipo di genere, l'assunzione dell'odio a ideale erotico. La libertà erotica non può esistere né fiorire in un clima sociale dominato da un rigido stereotipo di genere, che usa gli ideali della virilità e della performance sessuale quale metro di tali libertà». Se volete essere liberi niente penetrazione, niente bondage né maschile né femminile, niente feticismo di nessun tipo, forse il sesso orale ma non il 69 perché da una parte ci sarà un fallo, e dove c'è un fallo c'è perversione. Quindi? L'ideale femminista è una società vaginale per vagine al vento? Non lo so, cari maschi, lasciate stare il Viagra e mettete dei fiori nei vostri cannoni, però poi che nessuno si lamenti del calo del desiderio già in partenza.

In generale il problema della sessualità umana è che si regge nella mente come un reggicalze, ogni atto sessuale è di per sé perverso, perfino un tacco a spillo: smantellando i simbolismi di dominante e dominato, si resta con un pugno di mosche morte, lo sanno perfino i piccioni, dove il piccione maschio salta sopra il piccione femmina, e così nell'intero regno animale, almeno tra noi eterosessuali o omosessuali eterotrofi. Non per altro gli unici psicologi da cui oggi vengono importanti contributi scientifici sono quelli evolutivi, che studiano la mente insieme all'evoluzione biologica e alle neuroscienze, Freud e Jung sono pezzi da museo del secolo scorso.

Infine quelli di sinistra e quelli di destra non hanno mai capito una cosa: se il porno sia di destra o di sinistra. Per quelli di sinistra è di destra, per quelli di destra è di sinistra. Negli anni '70 ai cattolici sembrava un'invenzione comunista, ma i comunisti ci hanno subito ripensato perché vi hanno visto un'industria più che una rivoluzione. Non per altro il loro santino eretico, Pier Paolo Pasolini, in Salò o le 120 giornate di Sodoma rappresentò il fascismo come un congresso di sadici, e ne uscì il suo film più brutto, sebbene non sappia quale sia il più bello, e comunque anche Pasolini raccoglieva pisellini, e uno di questi l'ha ucciso. In realtà la pornografia è meravigliosamente capitalista (e quella su internet oggi perfino comunista, non costa niente e appaga ogni gusto) ecco perché non va bene a nessuno e la guardano tutti. Una scoperta rivoluzionaria e antifemminista l'ho fatta io: con Youporn e la Playstation le donne sono diventate obsolete per noi maschi normali, quindi fate quello che volete.

A me serve solo una prostituta che mi faccia le coccole.

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