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La figlia segreta di Garibaldi? Una professoressa modello

Spunta un’altra discendente, finora nascosta, dell’Eroe dei due mondi. Si tratta di Adelaide Carpeneto, maestra a Saronno

La figlia segreta di Garibaldi?  
Una professoressa modello

Non so, vado per esclusione. A giudicare dalle pezze giustificative portate a favore, la storia sembra vera. Però Bettino Craxi, per esempio, non sapeva nulla, di una figlia segreta di Garibaldi; e se lo ignorava lui, che sapeva perfino quanti rostri mancavano all’ultimo pettinino da tasca posseduto dall’eroe dei due mondi; di che colore aveva le calze quando fu ferito, fu ferito in Aspromonte, e se furono fave o lenticchie o fagioli borlotti quelli che il vincitore di Calatafimi stivò nel suo bragozzo a Genova, prima di far vela per l’ultima volta su Caprera, mi sa tanto che questa storia della figlia segreta di Giuseppe Garibaldi è una storia farlocca: una specie di serpente di mare preelettorale, specie finora mai comparsa sui banchi delle redazioni sul finire di marzo, mentre abbondano, storie siffatte, quando gli ombrelloni sono aperti da un pezzo e non si sa cosa imbastire per far compagnia ai lettori stravaccati su una sdraio along the shore di Rimini (la spiaggia, certo, ma detto così fa più international, e anche ai russi, che in riviera ormai fanno il bello e il cattivo tempo, piace di più perché fa tanto Miami).

Un bel preambolo, non c’è che dire, per raccontare di una maestra saronnese che secondo lo storico Giuseppe Radice sarebbe stata la «figlia segreta» di Giuseppe Garibaldi.
Nessuno scandalo, beninteso. Non c’è personaggio di un certo nome, in questa e nelle epoche passate, che non abbia sparpagliato qui e là qualche figlio segreto. Ne ebbero Francesco Giuseppe e Fidel Castro; Benito Mussolini e Francois Mitterrand, Vittorio Sgarbi e Diego Armando Maradona, citando così, alla rinfusa.
Da chi, piuttosto, lo storico Giuseppe Radice avrebbe imparato la notizia che l’altro ieri propalò? Ma dall’ultima discendente della famiglia Carpeneto, ha spiegato Radice all’allocchito cronista del settimanale d’informazione regionale di Rai 3.

E siccome l’allocchito cronista ancor meno mostrava di saperne, Radice prese a spiegare con calma. Adelaide Carpeneto, la «figlia della colpa», come si diceva una volta, nacque nel 1853 e morì il 7 marzo 1931. Del padre si è detto. La madre, «donna leggera» si sarebbe detto una volta, era una giovinotta di Pavia, tale Anna Koppmann, le cui origini, a giudicare dal cognome parlano chiaro.
Alla nascita, per soffocare lo scandalo e proteggersi dalle violente intemerate di Anita, la legittima consorte, che non avrebbe esitato, visto il temperamento, a regolare la questione a revolverate, Adelaide fu riconosciuta da Francesco Carpeneto, uno dei fedelissimi del generale Garibaldi, suo sodale in numerose avventure da questa e da quell’altra parte del mare. «A svelarmi le origini della loro famiglia imponendomi il segreto - racconta lo storico Radice - era stata nel 1985 la nipote di Adelaide, Anna Renoldi. L’impegno, al quale ho tenuto fede, era di rendere tutto di dominio pubblico nel momento in cui fosse scomparsa la sua ultima discendente. Il che è accaduto quattro anni fa, con la morte di Giuseppina, sorella di Anna Renoldi; adesso mi sono sentito pronto per rivelare questa notizia. Ora mi sento più leggero, ho finalmente assolto al mio compito». Quattro anni dopo. Chissà che macigno, povero Radice.
Trasferitasi da Pavia a Saronno (dove è sepolta) Adelaide Carpeneto fu una delle più note maestre elementari della scuola «Regina Margherita». Così brava da meritarsi, all’inizio del secolo scorso, una medaglia d’oro al merito.

Gli amici di Adelaide (vuoi per il suo temperamento, vuoi perché si sa, in provincia, il tempo che dura un segreto) l’avevano soprannominata la «Garibaldina» anche se mai Adelaide aveva pubblicamente svelato ciò che sapeva. E anche se mai aveva mostrato il contenuto di un prezioso scrignetto che portava al collo: un ciondolo con un prezioso cristallo di Boemia al cui interno c’era una ciocca di capelli di suo padre, legati da un nastrino, prova di quella verità che la madre le aveva confidato e che sapevano solo gli stretti familiari.

Insomma, a sentirla così, anche in mancanza dell’asseveratore principe, Bettino Craxi, la storia ha in effetti del verosimile. Anzi di più, secondo lo storico Radice che ora è pronto a mettere a disposizione il materiale in suo possesso, compreso un bel mazzetto di fotografie, nelle mani di chi fosse interessato ad approfondire la vicenda.

Agli storici e agli appassionati della vita e delle vicende dell’Eroe dei Due mondi ancora una chicca. Giura infatti Radice che nella tomba di Adelaide vi siano delle lettere autografe di Garibaldi, le quali attesterebbero dunque i rapporti tra «babbo e figlia». Di più. Nell’archivio di Radice c’è anche una immagine ingiallita che mostra la maestra di Saronno in compagnia di una sorellastra, ovvero una delle figlie «ufficiali» di Garibaldi, con una dedica. Peccato per Craxi, comunque.

Vera o verosimile che sia la storia, l’ex leader del Psi, fanatico collezionista di pezzi garibaldini, avrebbe fatto carte false per mettere le mani sul tesoro di Saronno.

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