Economia

Fiorani indagato per falso in bilancio

Venerdì il vertice degli inquirenti con i colleghi di Milano

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Falso nel bilancio del 2004 e nella prima trimestrale del 2005 della Popolare di Lodi, ora Popolare italiana. A Borsa chiusa e a poche ore dall’interrogatorio nella capitale, fissato per questo pomeriggio alle 15.30, si apre un nuovo ventaglio di accuse contro l’amministratore delegato Gianpiero Fiorani. Quattro i reati per i quali indagano il procuratore aggiunto Achille Toro e il pm Perla Lori: falso in bilancio, concorso come avvantaggiato nell’abuso d’ufficio a carico del capo degli 007 di Bankitalia, Francesco Frasca, ostacolo all’attività di vigilanza della banca centrale e della Consob, infine falso in prospetto. Le nuove imputazioni rappresentano un salto qualitativo nelle indagini. Ed esprimono i primi risultati raccolti. O meglio le convinzioni che i magistrati si sono fatti: in Procura a Roma ritengono, in sostanza, che Popolare di Lodi, alla vigilia della scalata ad Antonveneta, abbia distorto le comunicazioni agli organi sociali e a quelli di vigilanza e abbia addomesticato in qualche misura i conti e i prospetti informativi. Il tutto, sempre secondo l’ipotesi investigativa, si sarebbe sviluppato con la compiacenza di alcuni funzionari di Bankitalia preposti al controllo. La banca centrale assumerebbe così una duplice veste: vittima di prospetti informativi non aderenti alla realtà e dell’ostacolo alla sua attività ma anche possibile complice di omesso controllo per l’azione di alcuni suoi funzionari. Un quadro investigativo certo non lieve e che potrebbe avere ulteriori sviluppi. Il pm Toro si muove forte dell’appoggio del procuratore capo Giovanni Ferrara e della collaborazione del collega milanese Francesco Greco con il quale divide piste investigative e compiti. Ma l’obiettivo della Procura è di evitare il più possibile accuse di strumentalizzazioni. Così a Roma i Pm sentono gli indagati ora e non a fine indagini. E per la stessa ragione vengono notificati inviti a comparire che ricostruiscono analiticamente e non in sintesi l’impianto accusatorio.
Intanto l’agenda si infittisce di impegni. Fiorani, assistito dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Roberto Rampioni, sembra deciso a far chiarezza: «Vado a Roma dai magistrati - dice ai collaboratori - e spiegherò ogni passaggio». Venerdì poi il pm Lori è attesa in Procura a Milano per un vertice con i colleghi. Un confronto di routine, si dice, ma in realtà potrebbe essere una riunione strategica per decidere quali saranno le prossime mosse su cui si svilupperà l’inchiesta che corre sui binari paralleli di Milano e Roma, In realtà la partita chiave sembrano giocarla i magistrati della capitale.

Anche se la competenza territoriale dell’inchiesta potrebbe vacillare. I presunti falsi in bilancio, infatti, sono stati eventualmente compiuti non a Roma ma a Lodi. Dove già un’inchiesta sulla banca cittadina si è conclusa con un’archiviazione.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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