Politica

«Forestali, riduciamo gli stagionali»

da Roma

«L’anno prossimo proviamo a ridurre i contratti stagionali del Corpo Forestale. Secondo me il fenomeno degli incendi diminuisce».
Cosa intende dire che esiste un collegamento?
«Dico semplicemente che i soldi spesi oggi per assumere queste persone ottengono l’effetto contrario».
Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia, sul fenomeno «sempre più diffuso» degli incendi lancia la sua proposta. E lo fa, prima di tutto, invitando i suoi colleghi ad una riflessione: «È inutile accumulare personale la cui sopravvivenza è legata al fatto che ci siano proprio gli incendi. Tant’è che ci sono alcune regioni in Italia dove è massimo l’impiego di personale forestale. Guarda caso queste regioni sono quelle dove i boschi bruciano di più».
Quali sono queste regioni?
«Be’, basti pensare che quest’anno, tra Sicilia e Calabria (le regioni con il maggior numero di incendi), sono stati contrattualizzati circa 40mila lavoratori forestali stagionali. In Friuli ne sono stati assunti solo 50. È inutile allora nascondersi dietro un dito: è chiaro che sono 40mila persone il cui lavoro è legato all’attività di spegnimento. Ma la prevenzione? Ecco perché penso che bisogna invertire la logica: noi dovremmo pagare affinché gli incendi non ci siano non per spegnerli. Allora proviamo. L’anno prossimo facciamo la metà dei contratti forestali. Ma tanto...».
Tanto?
«Ma tanto temo che invece la proposta sarà: visti i tanti incendi di quest’anno l’anno prossimo facciamo 70-80mila contratti stagionali».
È d’accordo con Frattini quando parla di «terrorismo territoriale»?
«Certo. Quello che sta accadendo non può essere un caso isolato ma è frutto di una serie di interventi, non so se coordinati, ma sicuramente sinergici. Gli effetti sono tali da richiedere un surplus di attenzione e una capacità di reazione, che forse finora non c’è stata, ma che ora va sicuramente considerata. Più in generale credo che ci si debba interrogare su quali strumenti di politica ambientale attiva bisogna mettere in campo. E credo che su questo la riflessione debba partire».
Anche perché il fenomeno degli incendi sta piegando praticamente mezza Europa compresa l’Italia.
«Esatto. Da noi soprattutto bisogna capire chi ha interesse a che il territorio bruci e contrastare anche questo interesse. Oggi la stragrande maggioranza dei boschi italiani è di proprietà dei privati. Ma moltissimi di questi boschi non hanno alcun tipo di valorizzazione o manutenzione poiché ciò rappresenta un costo vivo per i proprietari. Cosa che sicuramente facilita l’azione dei criminali. Ecco anche perché serve un piano di incentivi alla valorizzazione del patrimonio boschivo».
Frattini propone a livello comunitario una «task force permanente».


«A livello europeo è necessaria. Per l’anno prossimo non possiamo semplicemente incrociare le dita e sperare che non succeda quello che è successo quest’anno. Le parole di Frattini sono responsabili, tutto sta a capire se ci sarà un seguito».

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