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Forza Italia esulta per lo strappo: "Basta prendere schiaffi in faccia"

Forza Italia esulta per lo strappo: "Basta prendere schiaffi in faccia"

Roma Già pochi minuti dopo la dichiarazione di Luigi Di Maio, giovedì a Palazzo Giustiniani, tra i più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi il commento era unanime: «Per noi la partita è chiusa, non ci possiamo stare». E ieri, a dissipare dubbi residui, ci ha pensato Licia Ronzulli, neo senatrice e ombra del Cavaliere. «Non si può continuare a prendere schiaffi in faccia - dice a Circo Massimo, su Radio Capital - pur mostrando grande disponibilità, responsabilità e generosità». Per Forza Italia l’accordo M5s-centrodestra è definitivamente archiviato. Gli «spiragli» vuol vederli solo Matteo Salvini, ora come prima delle consultazioni e con l’alleato c’è tensione. «L’apertura di Di Maio è durata meno di 7 ore - racconta la Ronzulli -, sembrava ci fosse uno spiraglio per far cadere i veti. Quando Salvini ha riferito la possibilità, Berlusconi si è detto d'accordo, a condizione di avere pari dignità e di non mettere Fi in un angolo». Era scettico, il Cavaliere, ma voleva andare a vedere. E scoprire il bluff di Di Maio, perché di appoggio esterno ad un governo Lega-M5s «non se n’è mai parlato, non faremo i portatori d’acqua», dice la senatrice. Ancora sicura che Salvini «non romperà l’unità del centrodestra». Non si percepisce delusione, tra gli azzurri, sembra che al progetto cui rimane aggrappato il leader leghista non ci abbiano mai creduto, né in fondo sperato. Ora vogliono mettere in chiaro che «la responsabilità dell’impasse ricade tutta intera sul M5s, incapace di cogliere un’occasione storica collaborando con il centrodestra unito», come dice Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi al Senato. Insomma, da parte di Berlusconi non c’erano pregiudiziali e i suoi ultimi attacchi «sono annoverabili tra i cosiddetti falli di reazione sul campo, spiega Giovanni Toti. Perché «si è smascherato il gioco» di Di Maio, dice Deborah Bergamini, e cioè spaccare il centrodestra. Gigino, per Maurizio Gasparri, «teme la concorrenza nel proprio schieramento» e il M5s, afferma Renato Brunetta, «anziché pensare alla delicata situazione economica dell'Italia, pensa solo ad occupare le poltrone, mettendo veti». Fa notare Francesco Paolo Sisto: «Come dice Toninelli “ce la sta mettendo tutta” sì, ma per evitare che si arrivi ad un governo affidabile». E ora? Si prepara un governo M5s-Pd? La Ronzulli nega che a qualche azzurro piacerebbe: «Nessuno tifa per questa ipotesi». Come dice il Cav, facendo storcere la bocca a Salvini, semmai si guarda ai dem per un appoggio ad una maggioranza di centrodestra da cercare in Parlamento, oppure per un (sempre più probabile) governo istituzionale, con tutti dentro. Altrimenti, ci sono le urne. «Fi non teme il voto. Anzi, se tornasse nuovamente candidabile Berlusconi avremmo da guadagnarci», dice la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini.

Però, avverte la Ronzulli, «non sarebbe giusto per gli italiani».

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