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FUORI DALLA NOTIZIA Germania, per il canone tv la matematica è opinione

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

La notizia. Adam Ries, un matematico tedesco morto 450 anni fa, ha ricevuto una lettera che gli ingiungeva di pagare il canone alla tv e alla radio che, guarda caso, risultava non aver mai fatto. E non si trattava di un caso di omonimia: il Gez, l'ufficio per la riscossione del canone tv in Germania, ha infatti recapitato la lettera proprio all'indirizzo della casa che il matematico (1492-1559), considerato il «padre del calcolo moderno», acquistò nel 1525 ad Annaberg, in Sassonia, attualmente sede di un'associazione che porta il suo nome.
«Abbiamo ricevuto una lettera all'indirizzo del Sig. Adam Ries», ha detto Anngret Muench, presidente dell'associazione, che l'ha rispedita al mittente spiegando che era arrivata troppo tardi, essendo il destinatario morto nel 1559, quasi 400 anni prima dell'invenzione della televisione.
Non è la prima volta che in Germania inquilini di vecchia data dell'Oltretomba vengono scomodati per non aver pagato il canone: lo scorso anno la stessa cosa accadde a una scuola intitolata a Friedrich Schiller (1759-1805). Al grande poeta del Preromanticismo tedesco il Gez chiese di dichiarare tutte le tv e le radio in suo possesso. (fonte: Ansa-Reuters, 11 marzo 2009)

Fuori dalla notizia. «Confesso di non comprendere il motivo del vostro stupore. Non c'è assolutamente nulla di strano. Ho sbagliato e pagherò: io i regolamenti li rispetto».
Con queste parole Adam Ries, ultimo discendente dell'omonimo grande matematico tedesco del XVI secolo, ha «disinnescato» la miccia di una pericolosa polemica che in Germania da circa un mese coinvolge i vertici di numerosi Länder e del governo centrale in merito alle lentezze della burocrazia.
Come si ricorderà, il casus belli che ha originato la «guerra» fra «colpevolisti» (cioè chi se la prende con i ritmi da pachiderma degli uffici pubblici) e innocentisti (cioè chi difende il ruolo basilare, per la vita del Paese, della funzione pubblica) è stata la richiesta recapitata ad Adam Ries, da parte del Gez, l'ufficio per la riscossione del canone tv, di versare il corrispettivo per l'abbonamento a radio e televisione. Il problema, per gli innocentisti è che il vecchio herr Adam è morto... nel 1559.
Ma ora le dichiarazioni di Adam Ries «il giovane» gettano acqua sul fuoco. L'uomo, in un'intervista concessa a un grande quotidiano di Monaco di Baviera, non soltanto ha rivelato di essere discendente del matematico del XVI secolo, ma ha anche ammesso di non aver pagato il canone, negli ultimi vent'anni, sfruttando proprio l'omonimia. «"Non saranno così idioti da venirmi a chiedere di pagare per uno morto 450 anni fa", pensavo. Invece mi sbagliavo. E adesso, non dico che sono contento di pagare tutti gli arretrati, ma poco ci manca.

Vorrà dire che offrirò un bel po' di cene ai miei amici».

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