Cronache

La cultura del mare riparte dalla scelta del pesce povero

Un successo pieno, grazie anche alla nuova «location» al Porto Antico, «il posto giusto per diffondere la cultura del mare»: è questo il bilancio di Slow Fish 2013, la rassegna che il mese scorso ha proposto attività educative, incontri, dibattiti e appuntamenti gastronomici all'insegna del pesce «buono, pulito e giusto». Una formula che ha soddisfatto gli organizzatori - Slow Food e Regione Liguria con la collaborazione del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali -, ma anche gli espositori e soprattutto il pubblico, composto da neofiti e appassionati, operatori del settore e turisti di passaggio, che sono venuti a Genova per partecipare ai vari appuntamenti in programma. Ampio l'interesse per gli argomenti proposti negli spazi espositivi e moltissimi i visitatori. Non solo quindi l'attrazione del grande chef o la curiosità dell'assaggio, ma anche la voglia di saperne di più in fatto di pesce, pesca e vita nei mari.
Nonostante la cancellazione di tutti i momenti di festa in segno di rispetto per le vittime della tragedia al Molo Giano, la manifestazione ha riscontrato interesse e partecipazione: «Il successo di Slow Fish non è la soluzione dei problemi del mare e della pesca - sottolinea Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia - ma è un piccolo segnale positivo di come il dialogo tra pescatori, consumatori, ristoratori e mondo scientifico renda più facile trovare strade potenzialmente vincenti». Gli fa eco l'assessore regionale all'Agricoltura e alla pesca, Giovanni Barbagallo, secondo cui «i quattro giorni di Slow Fish sono stati una formidabile occasione di promozione del pesce locale e degli altri prodotti dell'eccellenza alimentare ligure». L'aspetto educativo e divulgativo è stato l'arma vincente su cui, soprattutto quest'anno con l'evento a ingresso gratuito, si è voluto puntare. La Ludoteca è stata il punto di riferimento per le scuole e per le famiglie, con bimbi e genitori affascinati dal disegno dei pesci dal vero e dalle verdure dell'orto da scoprire insieme, per poi salire a bordo di un peschereccio e imparare i trucchi di conservazione delle sardine direttamente dai pescatori. Non solo cultura materiale, comunque: i Laboratori dell'acqua e le conferenze sul Palco sono stati molto frequentati, a dimostrazione che, utilizzando un linguaggio non ostico e trattando temi di interesse comune, il messaggio può raggiungere tutti.
Al completo, inoltre, gli appuntamenti di Scuola di cucina dei Master of Food con premio speciale a un'«appassionata doc» che ha partecipato a tutte le 8 lezioni in programma. La nuova formula dei Fish ‘n' Chef ha entusiasmato cuochi e spettatori, che hanno approfittato del dialogo diretto con lo chef. Presa «d'assalto» anche l'Enoteca che, oltre a consentire di assistere agli appuntamenti con i maestri della gastronomia italiani e internazionali, ha diffuso la cultura del vino di qualità delle cantine aderenti al Progetto Vino di Slow Food. Tutto esaurito, infine, al Mercato dove gli espositori hanno finito il prodotto, e non solo quelli che vendevano pescato fresco o conservato, ma anche i Presìdi Slow Food e gli altri produttori di formaggi, ortofrutta, pani, conserve, oli e liquori.

Ultima nota (particolarmente confortante anche in chiave turistica locale): impossibile per i vacanzieri dell'ultimo minuto trovare una camera a Genova e dintorni alla vigilia della chiusura della manifestazione, anche per la presenza in città di 300 soci Slow Food venuti per partecipare all'Assemblea delle Condotte di Slow Food Italia.

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